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Aggiornato: 24 giugno 2025


Non dite il vero adesso, Loreta, non dite il vero! Ma via.... a che possono valere queste inutili per quanto generose menzogne? Credete ch'io possa restare ingannato dalla fallacia di una parola, che il vostro labbro è riluttante a pronunciare? Credete che io non abbia letto ieri sulla vostra fronte quello che voi avete provato quando io ricordai le due quartine del povero Nievo?

I capelli tosati corti si rizzavano ostinatamente in tutti i sensi, segno di pertinacia senza riflessione. E' non aveva il famoso naso borbonico, indizio di razza come il famoso labbro austriaco degli Absburgo. Regolare alla punta, quel naso reale si conficcava bruscamente fra le due orbite e lasciava un cavo tra le due sopraciglie.

Egli risponde subito col sorriso della compiacenza, perchè essa ha pensato a lui, ma non risponde col labbro che molto tardi. E la risposta è un , ma incerto e dubbioso come un punto d'interrogazione. E la cameriera non è ancora sull'uscio, che egli si alza e dice: Aspetta, aspetta, andrò io dalla signora a portarle la risposta....

Oh! esclamò Lucertolo a tal vista, alzando il labbro superiore, con espressione di vera meraviglia. Osservò ben bene la macchia, poi la ricoprì subito con altra di quella sozzura. Non bisognava distruggere tale indizio, se pur fosse un indizio!

Egli non sentì l'appello della nipote, il grido della nuora, l'irrompere tumultuoso della gente accorsa in aiuto, le preghiere del sacerdote venuto a rendergli gli ultimi uffici. Il nonno era morto, morto meglio di quel che non fosse vissuto, morto al suono d'una voce carezzevole che gli blandiva l'orecchio, morto col sorriso sul labbro, sognando le ricchezze, la fortuna, gli onori.

Era Marco Alboni, che vigilava su la sua vittima e indovinava dai moti del suo labbro, dalla espressione della sua fisonomia ciò che diceva. Vero è ch'egli stesso lo avea ammaestrato di quello che dovea dire: e aspettava ansioso un cenno che gli confermasse quello ch'egli desiderava.

Quei lamenti rivelavano una tacita protesta contro l'Austria e un nobile ma sfiduciato intento di reagire, per quanto da lui si potesse, contro la prepotenza corrompitrice della straniera signoria. Io pendeva estatico dal suo labbro. Io sentiva che quella melanconica diceria sull'arte e sulle condizioni del teatro drammatico non era che una parafrasi delle sue aspirazioni politiche.

Così parlando, la bella portò al labbro un elegante spillone d'argento, sulla cui estremit

Anche l'anima poco poetica di M.^r Black si sentì commossa da quell'armonia ineffabile che pareva fondere insieme tutte le cose; egli salì sopra un rialzo di terra da cui l'occhio spaziava in un largo orizzonte, e dal suo labbro fuggì un beautiful! che veniva proprio dall'anima. Indi sedette sopra un sasso su cui c'era posto per due, e disse a Roberto di metterglisi accanto.

Alla nostra casa, Giuliana? Dove vuoi.... La reggevo forte alle reni con un braccio e la sospingevo. Ella era come una sonnambula. Per un tratto, rimanemmo in silenzio. Ci volgevamo a quando a quando l'uno verso l'altra, nel tempo medesimo, per rimirarci. Ella veramente mi pareva nuova. Una piccolezza fermava la mia attenzione, mi occupava: un piccolo segno appena visibile nella sua pelle, un piccolo incavo nel labbro inferiore, la curva dei cigli, una vena della tempia, l'ombra che cerchiava gli occhi, il lobo dell'orecchio infinitamente delicato. Il granello fosco sul collo era nascosto a pena dall'orlo del merletto; ma, per qualche moto che Giuliana faceva col capo, appariva talvolta e poi spariva; e la piccola vicenda incitava la mia impazienza. Ero ebro e pur tuttavia stranamente lucido. Udivo i gridi delle rondini più numerosi e il chioccolio dei getti d'acqua nella peschiera prossima. Sentivo la vita scorrere, il tempo fuggire. E quel sole e quei fiori e quelli odori e quei romori e tutto quel riso della primavera troppo aperto mi diedero per la terza volta un senso di ansiet

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