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Maggior gloria di Dio!". Udite sacrilegio da impurissima bocca: Gloria a Dio! Come se l'Onnipossente, l'Eterno, l'Infinito potesse essere illustrato, glorificato da quella razza di vermi! Agli stolti l'ignoranza e la miseria, per la maggior gloria di Dio; ai preti la crapula, ricchezze e lussuria, sempre per la maggiore gloria di Dio!

Ogni spirto gentil che peregrine A piè di queste nostre Alpi si sente Letizïar da fantasie divine. Sovra il tuo Carlo, e il dotto suo parente , Che pii vergaron le memorie avite, Spanda grazia immortal l'Onnipossente! Dolce è saper, che di non pigre vite Progenie siamo, e qui tenzone e regno Fu d'alme da amor patrio ingentilite.

Roma l'amnistia e l'onnipossente parola d'amore, Toscana le riforme, Sicilia e Napoli le costituzioni, Piemonte il forte esercito tutelatore, e Milano la indipendenza; la indipendenza, senza della quale riforme costituzioni possono aver vita intera. Artefici tutti del pari di questo stupendo edificio, spetta a voi tutti, o italiani, il compirlo e il consolidarlo per sempre.

Venendo a Te, per dedicarti il mio libro, penso ad una tua bella fantasia giovanile, «Un frate che minia la Divina Commedia»; povero frate che tu hai lasciato senza compagni, mutando il suo buon codice membranaceo nei codici moderni del patrio diritto; povero frate, per cui l'arte aveva ancora «sorrisi e fascini», ma più assai la giovane natura, parlante a lui l'onnipossente linguaggio da quelle stesse pagine ch'egli andava infiorando con le belle immagini fantasiose, ridenti d'italica primavera al genio di Oderisi da Gubbio e di Franco Bolognese.

Di tenebrosi troni e di ferrati Gioghi e di fronti umilïate e vili Lieta non vai, bella non vai di fiori, Che di pallidi servi il pianto edùca; tuo serto è il terrore. Inclita e ferma Tu ne l'alme ti assidi, e l'alme e i fati Previdente governi. Ardon nei tuoi Limpidissimi sguardi Quante spemi ha il futuro, e quanti ha raggi L'onnipossente libert

Con un sol cenno, è ver, l'Onnipossente Può governar gl'innumerati mondi, Scevro d'ausilio di creata mente; Ma più degno è di lui ch'ami e fecondi L'universo d'angelici Intelletti, Di cui l'opra sue grandi opre secondi. Ei così volle, e spirti a lui soggetti Adempion suoi decreti in ogni loco, Quali a premiar, quali a punire eletti.