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E mi pareva difatti che quei morti si levassero giganti, e colle braccie poderose scaraventassero nel vano i tarlati troni delle tirannidi umane.

Tutto è transitorio oggi in Italia. Abbiamo innanzi agli occhi, nella penisola, il sublime ma disordinato fermento d'un'opera di creazione, e intorno, per tutta Europa, i sintomi innegabili d'un'opera di trasformazione. Troni edificati con cure ed arti ridotte per diciassette anni a sistema e forti d'armi, d'ingegno pervertito e di corruttela, rovesciati in un subito: principi nati e cresciuti tiranni frementi un tempo alla sola idea di progresso, conceditori a un tratto di libert

Non vi par di vedere un cacciatore, cui una caduta ha mandato la gabbia in pezzi, faticantesi a correr dietro agli uccelli fuggiti e ben contenti di seguir ognuno la loro via liberissima nello spazio? Poveri imperatori! Ed è strano vederne dei nuovi che per la sventura umana si aggraffano a troni putridi e maledetti.

La Francia, o, per meglio dire, l'imperatore, e più ancora il vicerè avevano essi pure i loro partigiani, i quali, benchè uniti per la difesa d'una stessa causa, erano però mossi da diversi motivi. La massima parte dell'esercito aderiva pur sempre al suo capo, perchè questo capo avealo spesso condotto alla vittoria, perchè il reggimento imperiale era un reggimento militare, perchè i prìncipi locati dall'imperatore sui varii troni dell'Europa, ed anzi l'imperatore stesso, non eran altro che soldati saliti da basso in alto grado; il che dava ad ogni soldato una segreta speranza di grande avanzamento. L'esercito e il principe Eugenio erano stretti fra loro da quell'invisibile vincolo onde sono stretti gli uomini che hanno insieme tentato grandi fatti, e durato stenti, fatiche e pericoli. Camerati ei sono, e questo titolo è più sacro talvolta, che non sia quello di amico. Avea pure il vicerè alcuni partigiani fra i membri dell'amministrazione, e quelli in ispezielt

Pensa, lettor, se quel che qui s'inizia non procedesse, come tu avresti di piu` savere angosciosa carizia; e per te vederai come da questi m'era in disio d'udir lor condizioni, si` come a li occhi mi fur manifesti. <<O bene nato a cui veder li troni del triunfo etternal concede grazia prima che la milizia s'abbandoni,

La religione aveva fatto il suo tempo. Ma perchè non lasciarla morire in pace; perchè voler punire nella Chiesa gli altrui delitti? Cercò di allontanare il ricordo dei suoi sogni. La Chiesa è stata sempre il puntello dei troni; essa ha benedetto la guerra e sanzionato ogni sorta di ingiustizie sociali. Eppoi non poteva tollerare la taccia di vile. La Messa ha incominciato.

Troppo sarebbe larga la bigoncia che ricevesse il sangue ferrarese, e stanco chi 'l pesasse a oncia a oncia, che donera` questo prete cortese per mostrarsi di parte; e cotai doni conformi fieno al viver del paese. Su` sono specchi, voi dicete Troni, onde refulge a noi Dio giudicante; si` che questi parlar ne paion buoni>>.

Cicerovacchio, nome caro e riverito, tipo dell'operoso ed onesto popolano, avea capitanato una brigata di Romani alla santa impresa di bruciare quei troni della negromanzia, quella cloaca d'ogni corruzione umana, ed il popolo buono, quando ben guidato, sotto la direzione del suo venerando tribuno, compiva l'innocente auto da con una calma ilarit

Pensa, lettor, se quel che qui s’inizia non procedesse, come tu avresti di più savere angosciosa carizia; e per te vederai come da questi m’era in disio d’udir lor condizioni, come a li occhi mi fur manifesti. «O bene nato a cui veder li troni del trïunfo etternal concede grazia prima che la milizia s’abbandoni,

Pensa, lettor, se quel che qui s’inizia non procedesse, come tu avresti di più savere angosciosa carizia; e per te vederai come da questi m’era in disio d’udir lor condizioni, come a li occhi mi fur manifesti. «O bene nato a cui veder li troni del trïunfo etternal concede grazia prima che la milizia s’abbandoni,