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La mente, che qui luce, in terra fumma; onde riguarda come puo` la` giue quel che non pote perche' 'l ciel l'assumma>>. Si` mi prescrisser le parole sue, ch'io lasciai la quistione e mi ritrassi a dimandarla umilmente chi fue. <<Tra due liti d'Italia surgon sassi, e non molto distanti a la tua patria, tanto che troni assai suonan piu` bassi,

E quella che vedea i pensier dubi ne la mia mente, disse: <<I cerchi primi t'hanno mostrato Serafi e Cherubi. Cosi` veloci seguono i suoi vimi, per somigliarsi al punto quanto ponno; e posson quanto a veder son soblimi. Quelli altri amori che 'ntorno li vonno, si chiaman Troni del divino aspetto, per che 'l primo ternaro terminonno;

Pensa, lettor, se quel che qui s'inizia non procedesse, come tu avresti di piu` savere angosciosa carizia; e per te vederai come da questi m'era in disio d'udir lor condizioni, si` come a li occhi mi fur manifesti. <<O bene nato a cui veder li troni del triunfo etternal concede grazia prima che la milizia s'abbandoni,

Quest'uomo senza regno e senza esercito è più potente di lui. Come lui, è stato discepolo di Carlo V, e ha imparato l'arte con cui si fondano i troni e l'arte con cui si fanno precipitare. Come lui è astuto e impenetrabile; ma vede più profondamente cogli occhi dell'intelletto nell'avvenire. Possiede, come il suo nemico, la facolt

Calò dal cielo estremo L'augel fulvo di Giove, e le saette A l'audace apprestò lupa di Remo. Sorge Quirino; al lampo Del suo brando forier d'aspre vendette Crollano i troni; da la terra a l'etra A le vittorie sue piccolo è il campo; Mentre fra'l suon de l'armi Echeggian d'Ennio i carmi, Di Plauto il riso e di Maron la cetra.

La superba capitale dei Vespri, come i suoi vulcani, manda ben lungi le sue scosse e crollano al gagliardo suo ruggito i troni che posero le insanguinate fondamenta sull'impostura e sulla tirannide. Ma non solo i buoni giubilavano, anche i perversi maestri camaleonti sempre pronti a svestire la pelle del lupo e frammischiarsi tra gli agnelli divenuti leoni.

Egli allora col residuo di forze che rimanevangli, si rizza sul letto e di voce vacillante susurra: Ascoltami Iddio, ascoltatemi Gesù Cristo, e vergine Maria, ascoltate tutti, santi del cielo, angeli ed arcangeli, troni e dominazioni, il sacramento che io fo.

È il tiranno assetato di sangue, che numera con gioia feroce le vittime scannate a' suoi piedi? È il prepotente erede d'Ildebrando che agogna la signoria del pastorale sopra la spada, e vuole elevare la cattedra di Piero sovra i troni più alti dei re?

Il sangue marcisce i fondamenti ai troni, non feconda la pianta della Libert

E quella che vedea i pensier dubi ne la mia mente, disse: <<I cerchi primi t'hanno mostrato Serafi e Cherubi. Cosi` veloci seguono i suoi vimi, per somigliarsi al punto quanto ponno; e posson quanto a veder son soblimi. Quelli altri amori che 'ntorno li vonno, si chiaman Troni del divino aspetto, per che 'l primo ternaro terminonno;