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V enne la ninfa chiesta finalmente, E tutto di rossore il viso ammanta. Lascivia. G alanta mia dicea l'imperatrice A lza la fronte e mira il novo amante!

Si sale la gradinata e si entra nella chiesa. L'interno della chiesa è tristo e nudo; quattro enormi pilastri di granito bigio sostengono le vòlte dipinte a fresco da Luca Giordano; accanto all'altar maggiore, scolpito e dorato alla spagnuola, negli intercolonni di due oratori reali, si vedono due gruppi di statue di bronzo inginocchiate, colle mani giunte verso l'altare; a destra Carlo V, l'imperatrice Isabella e parecchie principesse; a sinistra Filippo II, colle sue mogli. Sopra la porta della chiesa, a trenta piedi dal suolo, in fondo alla navata maggiore, s'alza il coro, con due giri di seggiole d'ordine corintio, di semplice disegno. In un canto, vicino a una porta segreta, è la seggiola che occupava Filippo II. Egli riceveva da quella porta le lettere e le imbasciate importanti, senza che se n'avvedessero i preti che cantavano nel coro. Questa chiesa che, appetto all'intero edifizio, par piccina, è nullameno una delle più vaste chiese della Spagna; e benchè appaia così spoglia d'ornamenti, racchiude immensi tesori di marmi, d'ori, di reliquie, di quadri, che l'oscurit

Stanchi delle lunghe ire, il re e l'imperatrice ammollirono le feroci anime, e finalmente fecero pace. Ed ogni schiera, preceduta da inni, da cantici, dal fragore de' timpani, da suoni e da sinfonie, adornata di verdi rami, si riduceva alle proprie case. E da per tutto, da per tutto, sulle strade, sui sentieri, giovani e vecchi traevano incontro ai «viva» d'allegrezza de' vegnenti.

Il corteggio passò e ripassò come un lampo davanti al palazzo Bollati, dove le signore sventolavano i fazzoletti e gli uomini gridavano con quanto fiato avevano in corpo: Viva l'Imperatore, viva l'Imperatrice!

Avanti, da perfida albionese, lo chiamava Napoleone. Numerosi domestici sorvegliavano la corte di questa Semiramide. I cani avventurieri avevano alloggiamento a parte. E lady Keith degnava visitarli del pari come l'imperatrice Eugenia andava a visitare i colerosi. Gli è così che colse la rogna di cui il marchese di Tregle la guarì.

Enrico IV, alla morte del padre Enrico III il Nero era restato fanciullo di cinque anni, sotto la tutela della madre Agnese, e la direzione dei vescovi. L'imperatrice si abbandonò tutta al vescovo Enrico di Augusta. Ella gli abbandonò il governo, e taluni dissero anche la persona.

E poco diverso oramai da cotestoro discese Carlo di Lucemburgo , fu incoronato re a Milano, imperatore a Roma , e risalí a Germania. Nel 1368 ridiscese in Italia, vendette signorie, vicariati imperiali qua e , e fece incoronar l'imperatrice in Roma da quel papa Urbano V, che vedemmo precursore della restituzione della sedia pontificale.

Malgrado che sia decaduto, Broek è ancora visitato da quasi tutti gli stranieri che vanno in Olanda. In una stanza della casa che ho descritta, v'è un enorme libro che contiene parecchie migliaia di, biglietti di visita e di firme manoscritte di gente d'ogni paese. Io l'ho scorso tutto. Il maggior numero di visitatori sono inglesi e americani; il minimo italiani, e questi quasi tutti nobili delle provincie meridionali. Fra i molti nomi illustri vidi quello di Victor Hugo, di Walter Scott, del Gambetta e del commediografo Emilio Augier. Fra i ricordi, v'è un calcafogli che l'Imperatore e l'Imperatrice di Russia regalarono a un cittadino di Broek in segno di gratitudine per l'ospitalit

I militi alzarono i berretti e i cappelli sulla punta delle baionette e lo salutarono col grido: viva il nostro duce! O Roma o morte! All'epoca di Aspromonte, nell'agosto del 1862, l'imperatrice Eugenia aveva cinicamente risposto: Morte e non Roma.