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Aggiornato: 14 giugno 2025


E le piccole ragazze di Parigi? e le dame bionde di Vienna? insinuò Gigi. Nicla serrò le mani per angoscia. Ascolta! esclamò Bruno, abbandonando la matassa e tendendo avido l'orecchio. Dalla finestra spalancata entrava un'onda di suoni.

Un medico trovandosi a passare per caso, entrò e, fattosi largo fra la folla si avvicinò a Maria, le mise l'orecchio sul cuore e ordinò che fosse adagiata in una carrozza e condotta a casa.

Il biscazziere in ginocchioni, curvo, con ambe le mani appuntellate sopra il selciato della via, accosta avidamente l'orecchio alla bocca del moribondo per sentire i suoi detti. Invero egli potè ascoltarli, e furono questi: Brutto... Giuda... Scariotte.

Donato non lo intende, non lo vede neppure; rimane immobile, istupidito, cogli occhi negli occhi di quel fanticello di picche dalla faccetta petulante, dal giustacuore nero e dal casco metallico. Il pendolo della sala da gioco segna le undici da tempo immemorabile; ma porgendo l'orecchio, in un intervallo di profondo silenzio, si odono le voci variamente fioche degli orologi lontani.

Un'antitesi tragica sorgeva da quelle due bionde figure adolescenti, schiacciate sotto una così polverosa catasta di ornamenti da trono. La stola d'Estebano gli si acuminava dietro il collo con una piega acuta sotto la nuca, e dura e tondeggiante sugli omeri. Una ragna cinerea gli cadeva da una punta della corona fin lungo l'orecchio e gli si perdea fra i capegli. Quei sacri arredi coprivano di maest

Passai davanti alla gran tenda della mensa: era deserta. Voltai a sinistra, uscii dal cerchio dell'accampamento, passai in mezzo a due lunghe file di cavalli addormentati, e mi trovai in mezzo alle tende della scorta. Tesi l'orecchio: sentii il respiro dei soldati che dormivano.

Intendendo l'orecchio si udiva da lungi come un vago mormorio di mille note diverse; il silenzio ha la sua voce, una voce confusa che non si sa d'onde parta, ma che arriva sempre al cuore. Ci arrestammo estatici.

Ma ecco che un altro suono le colpì l'orecchio: un suono dolce, staccato, regolare che pareva il lento battito d'una pendola. Quel suono le dava un senso di calma profonda e soave. Volse il capo sui guanciali e guardò. Era la culla!

Un lieve tocco sospinge la porta; ecco si muove silenziosa sopra i cardini: prima il capo; poi il petto; finalmente tutta la persona apparisce di un uomo canuto, avvolto dentro ampia zimarra, col tòcco rosso sul capo. È il Conte Cènci strascinato dal destino. Tende l'orecchio... ascolta... l'alito di Beatrice.

Per non metterci a nostra volta nel ginepraio, le deriveremo anche noi di lassù, raccontando che dal cielo venne una ispirazione ad Enrico Pietrasanta; sebbene egli, facendo l'atto di grattarsi una certa protuberanza dietro l'orecchio, dimostrasse che gli veniva dal cervello, posto in quel momento a tortura.

Parola Del Giorno

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