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Aggiornato: 2 giugno 2025
Spesso l'olio manca, come è avvenuto quest'anno, in cui gli olivi, dopo aver dato l'anno scorso un abbondante raccolto, sono affatto spogli di frutti, ad imagine di ogni umana vicissitudine, in cui il bene si avvicenda senza tregua col male.
Ma tu hai fede nei tuoi specifici? chiesi io. Immensa! Essi valgono quello che valgono gli altri specifici. Tieni bene a mente: nel campo terapeutico, tranne l'olio di ricino, il chinino per la malaria, il bicarbonato pel bruciore di stomaco, tu non hai che dei medicamenti illusori: bastoncini di carta su cui l'ammalato si appoggia disperatamente per passare dallo stato egrotante a quello di sanit
Domani te ne avvedrai, come diceva il pievano Arlotto, quando aspergeva le sue pecorelle con l'olio invece di acqua santa. Che cosa vorresti essere? Poeta?... Ah, figliuolo mio!... Romanziere? Ah, figliuolo mio!... Drammaturgo? Ah, figliuolo mio!... Hai sbagliato secolo. E ricaricava la pipa. Me lo ripetè tante volte che un giorno gli risposi impertinentemente: E lei ha sbagliato uscio!
Capisco, diceva la signora Veronica col suo fare importante, la vostra impressione: vi pare che con l'olio lo zucchero e i pochi canditi non leghino. Anzitutto i canditi vanno sempre bene, come i baci. I baci, ripetè Tina sorridendo.
Hai l'aria d'un ragazzo che ha preso l'olio gli disse Odoardo, che si divertiva fuor di misura alle smorfie del suo antico condiscepolo. Se tu vedessi come arricci il naso e che sberleffi fai con le labbra. In verit
L'olio si conserva nei barili o in grandi vasi di terra verniciata, detti damigiane. Gli ulivi hanno un anno di abbondanza su tre o quattro di sterilit
Appena entra nella trattoria, è uno sgomento generale di tutte le sue conoscenze: poichè egli fa il giro delle tavole, guarda i piatti, e poi esce a dire: Come! lei, signor Paolo, osa mangiare dei cardi al burro? ma se ne guardi bene! iersera, un giovane, più robusto di lei, ha mangiato i cardi al burro e stamane gli davano l'olio santo.
Le aveva contate, il numero tornava; però non era contento; sperava che figliassero il cupido! e stette ancora una diecina di minuti, cercando in ogni cantuccio, sotto a' mobili, curvo, spargendo per terra l'olio della lucerna, la quale teneva molto bassa, mentre la sua ombra s'allungava sul muro, s'accorciava, s'alzava, s'abbassava, si voltava, si rivoltava d'una maniera assai grottesca.
Furono ospiti terribili. Gli ufficiali svizzeri erano buoni e cortesi, assuefatti oramai alla dolcezza della vita napoletana, avendo lasciato a Napoli casa, famiglia, figliuoli, amici; addolorati di quella guerra che sentivano inutile, addolorati per quella causa che sentivano perduta: ma i soldati non tolleravano più freno di disciplina, erano diventati ribelli a ogni ordine, si abbandonavano alla ubbriachezza, al gioco. Dopo tre giorni avevan consumato tutto il vino, tutto l'olio, tutta la farina di don Ottaviano: e chiedevano ancora, insolentemente, bastonando i contadini, sgozzando le galline. Le vecchie zie, le donne antiche di casa stavano chiuse nello stanzone di famiglia; tacevano, non osando neppure di filare, pregando mentalmente. Le serve erano in cucina, intorno a certi caldaioni dove cuocevano i maccheroni, che non bastavano mai. Tutta la notte era un cantare, un urlare, un litigare: don Ottaviano, chiuso nella sua stanzetta, leggeva ad alta voce i salmi penitenziali, per quietarsi o per stordirsi, ma non poteva dormire, il poveretto. Ma la più forte, sebbene la più minacciata, era la signora Cariclea, la moglie dell'emigrato. Lo sapevano bene, i soldati, che era la moglie di un cospiratore, di un nemico, di uno che aveva tolto Napoli a Francischiello, e ogni volta che ella compariva sulla terrazza o attraversava il cortile, vi era un mormorìo crescente di ostilit
Rosa, mi pare che il vostro figlio sia piuttosto palliduccio, diceva Filomena alla mamma di Pinella, dovreste dargli l'olio di fegato di merluzzo. Gigi è più grasso, ma non vedete che ha sempre qualche cosa alla pelle? Ve lo dico io, non è un grasso sano, e preferisco il mio mingherlino, rispondeva Filomena.
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