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Innanzi l'alba si discese a piedi in più bassa parte, occupando il monte da un fianco all'altro in linee concentriche. Sulla sinistra fu collocata sovra un poggio la riserva, e l'artiglieria più in giù; a diritta la strada maestra, unico passaggio, volgendo ad angolo, insuperabilmente dominavano i carabinieri genovesi. Impossibile la ritirata o la fuga.

Erano tempi di febbre quelli. L'alba del 1848 era sôrta con gli indizî primi di que' grandi e generosi commovimenti, onde l'Italia doveva essere scossa in questo memorabile anno. Di citt

«E così?» «E così, giacchè si ha da fare, partiremo questa notte medesima.» «Questo si chiama parlar benerispose Bronzino, «or voglia Dio che il barcaiolo che mi ha condotto qui, non si rifiuti a spiegare la sua vela di quest'ora, che per l'alba noi saremo a buon cammino

S'ella si stropiccia gli occhi, egli, scherzando, le tende le manacce: sulle palme luccicano le squame dei pesci: ecco un cielo stelleggiato: sulle palme contando i soldi, n'andranno le squame; ecco l'alba....

Il Giacomo, dal canto suo, quantunque non avesse nulla a fare laggiù, stava baloccandosi nella prateria, e rimondava un salice, che ci aveva la gran ventura d'essere vicino a quella postierla per cui doveva entrare il Magnifico. Buon giorno a Vossignoria gridò il giardiniere, appena lo ebbe veduto. Questa mattina ella ha aspettato l'alba dei taf

Non potè dormire in tutta la notte; soltanto verso l'alba riposò un poco. Si alzò tardi, con gli occhi pesti, col capo intronato, con un gran desiderio addosso e con un grande sgomento.

Vorrei un po' sapere perchè ora non gli piaccio più! Perdona se ti ho trattenuto un pezzo colle mie chiacchiere; spero di non averti annoiato, perchè non mi hai interrotto; ma d'altra parte tu sei così buono che non ne sono sicura.... Buona notte, cioè buon giorno. È l'alba. In cui il signore si confida col suo medico. Era l'alba.

L'orchestra attaccò un valzer; i cavalieri traversarono la sala, s'incrociarono, ricomparvero con le dame al braccio, s'avviarono alla sala da ballo; fu una sfilata rapida di coppie, un'ondata di profumi. Il valzer diceva: «Queste gioie fallaci, tutte simili all'invisibile onda delle mie note, si dissolvono nel tempo, e nulla più rimane quando l'alba livida vi richiama alle case.

Le era avvenuto forse di svegliarsi nella notte e d'irritarsi per uno di quegli arguti sogni, che non lascian tregua, popolano la mente di fiamme, soffiano sulle carni; le era avvenuto forse di stendere le braccia disperatamente nell'ombra, e di piegarsi ad arco sotto lo spasimo del sogno che sfiora e sfugge.... Ma giungeva l'alba a quietarla, e il torpore invece del sonno.... Si guardava nello specchio al mattino, e vedeva sotto gli occhi puri un livido cerchio.

L'Orsola scrutando il cielo sentenziava: Questo tempo non cambia fino alla luna nuova. L'alba del 26 agosto mi schiuse le palpebre dopo una notte agitata e piena di sogni.