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Aggiornato: 12 maggio 2025
Pietro si ritrasse dalla finestra e fece ancora qualche passo a caso, tentennando. Il suo viso color della cenere aveva dei solchi profondi sotto agli occhi, intorno al naso. Sentiva la febbre martellargli i polsi e una arsura insopportabile in gola. Cercò la secchia dell'acqua che aveva portato su nella notte. Era quasi piena. Se l'accostò alle labbra e bevve, bevve.
In breve saranno chiariti. Mastro Alessandro trasse fuori una candeletta, e andò ad accenderla alla lampada, che ardeva davanti la immagine santa del Redentore; poi l'accostò alla scheggia, che subito crepitando prese fuoco. La fiamma si accosta rapidissima alle dita, e qualche lingua si avventa precorrendo come famelica di carne e di sangue.
Ci vado domani, e sono così contenta!... È Cecchino che ha pregato per me!... E lei è l'angelo del Signore mandato in mio soccorso! Le afferrò la mano e se l'accostò a le labbra, baciandola. Presa a l'imprevista, Lucia, gi
Afferrò la tazza di birra, l'accostò alle labbra e non la rimise sul piattello che quando l'ebbe vuotata. Ma allora, disse Loredana con un brivido di terrore, essere innocente significa nulla?
Si recava in braccio una bambola di legno, alla quale avea messo il suo grembiale ed una cuffietta ricamata. Guarda com'è bella esclamò, sedendo sul lettuccio falle un bacio. Glie l'accostò alla bocca. Chiarinella la baciò in punta di labbra. Si chiama Angelica disse Cristinella È figlia a me. La strinse nelle braccia e si mise a cullarla, cantandole la ninna nanna. Oooh! oooh!
Si fermò in Via San Miniato fra le Torri, salì in casa, e richiusa la porta, senza neppur levarsi lo scialle, entrò nella cucina, prese una sedia, l'accostò all'uscio, e vi montò sopra... Poi aprì lo sportello del ripostiglio, che era sopra l'uscio di cucina, ripostiglio nel quale, come rammenter
Rogiero, traendo soavemente il suo braccio di sotto a quello di Yole, glielo cinse al collo; con la manca le prese la destra, e se l'accostò alla bocca: Yole gli pose le dita della mano rimasta libera tra il volume de' bei capelli, e mesta mesta li baciò. «E sia questa» proseguiva «la corona dell'amore su la testa condannata....» «Condannata!»
Ghino gli tenne la staffa; Rogiero, quando fu salito in arcione, gli stese la destra; egli se l'accostò alla fronte, e disse: «Ella mi fa bene al capo quanto la benedizione di mio padre: sopra tutto abbiate cura delle ferite. Addio, mio diletto Rogiero, addio! addio!»
«Aiutami,» disse al servo, e pieno di venerazione scrupolosa rialzò quel diletto corpo da terra, se l'accostò, se l'adagiò fra le braccia come se fosse viva; senonchè quelle due bianche mani che spenzolavano inanimate, quella fronte purissima, e quei lunghi capegli sciolti e stillanti acqua davano indizio di ciò che era veramente.
Parola Del Giorno
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