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Aggiornato: 23 giugno 2025


Tutti intenti al tarocco!... apri.... siamo sicuri!... Isabella chiudeva il verone, scendeva precipitosa, e nel buio della notte si vedeva il lumicino che percorreva le scale. L'uscio veniva aperto, e Ugolino entrava di soppiatto nel covo del tiranno. Io ritornava tranquillamente in farmacia, Lucchino si dibatteva invano.... la partita era perduta!...

GHERARDO. Nol dico, ma... VIRGINIO. Or dillo liberamente. GHERARDO. Adagio! Che fai costí, Pasquella? Che fa Isabella? PASQUELLA. E che! Sta in ginocchioni dinanzi al suo altaruccio. GHERARDO. Benedetta sia ella! Io ho una figliuola che sempre sta in orazione. È la maggior cosa del mondo. PASQUELLA. Oh quanto ben dite! La digiuna tal vigilia che Dio vel dica; dice l'officio, come una santarella.

Tutta questa parte del palazzo che serviva per l'intera famiglia reale, era occupata prima dalla sola regina Isabella. Quando ella seppe che Don Amedeo e donna Vittoria s'eran contentati di così piccolo spazio, si dice che abbia esclamato con meraviglia: Poveri giovani, non vi si potranno muovere!

"In somma," continuò a dire,"io devo essere Isabella, e dovrò andare a vivere in quella casuccia, e non aver quasi più giuocattoli, e tante lezioni da imparare! Ma se sono Isabella, caschi pure il mondo, io resterò quì! Inutilmente, signori miei, caccerete la testa dal soffitto per dirmi 'Carina, vieni su! Io alzerò soltanto gli occhi, e dirò loro, 'Chi son io?

Non l'avesse mai detto. Isabella intese che bisognava prevenirlo.

¹ Non sarebbe piuttosto ad una bimba intrusa Isabella? Nulla mi stupisce adesso. E con codesti ausiliari io non dispero di nulla...

Il sacrestano che ne sapeva più di me, mi spiegò questa iscrizione. Ferdinando Colombo fu, giovanissimo, paggio di Isabella la Cattolica e del principe Don Giovanni; viaggiò nelle Indie con suo padre e suo fratello, l'ammiraglio Don Diego, seguì l'imperatore Carlo V nelle sue guerre, fece altri viaggi in Asia, in Affrica e nell'America, e per tutto raccolse con infinite cure e ingenti spese libri preziosissimi, dei quali compose una biblioteca, che dopo la sua morte passò nelle mani del capitolo della cattedrale, e rimane tuttora col titolo famoso di Biblioteca Colombina. Prima di morire scrisse egli stesso i distici latini che si leggono sulla pietra della sua tomba e manifestò il desiderio di essere sepolto nella cattedrale. Negli ultimi momenti della sua vita, si fece portare un vassoio pieno di cenere, se ne asperse il viso pronunziando le parole della Sacra Scrittura: Memento homo quia pulvis es, intonò il Te Deum, sorrise e spirò colla serenit

Anzi ad essa crediamo appartengano per la piú parte quelli di avventure ricavate dalla storia moresca, e specialmente degli odii delle due fazioni de' Zegris e degli Abencerrages, dalle ultime sciagure del regno di Granata, superato poi e vinto dalle armi di Ferdinando e di Isabella nel 1492.

Stringeva nel pugno l’asta dello stendardo; lo stendardo della capitana, quello che portava il gran crocifisso in campo bianco; mentre gli altri comandanti, Martino Alonzo Pinzon, della Pinta, e Vincenzo Yanez, della Nina, discesi anch’essi nei loro palischermi, impugnavano gli stendardi delle loro navi; di bianco, alla gran croce di verde, accostata dalle iniziali del re Ferdinando e della regina Isabella, sormontate dalla corona reale.

Ferdinando aveva avuto comune con Isabella il titolo di Cattolico; ed era naturalmente devoto. Meglio sarebbe stato aver religione, pensare che ogni promessa è debito, e che ogni debito è sacro. Egli tentò in quella vece di persuadere l'ostinato avversario a recedere dalle sue pretensioni, accettando un gran titolo di nobilt

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