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Non par vero, ma sono sette mesi che è partito, e da tre non so più nulla e torno a cadere nella inquietudine di prima. Che si sia fatto frate in qualche convento spagnoloCosì soliloquizzava l'amico Tibaldo. E non aveva torto. Egli aveva creduto fermamente che la prova tentata da Westford sarebbe fallita, e si aspettava di vederlo tornare in capo a un mese.

Cominciò a sentire una seria inquietudine, e rammentava con sempre maggiore apprensione quelle tremende parole: «domani avrò più coraggio... il Sile non è lontano.... sarete libero....» e pensava. Eppure se fosse vero? se tornassi libero?... libero!... e costeggiava il Sile, guardando attentamente i movimenti dell’acqua.

Il giorno dopo, il capitano si chiudeva in camera, lo si sentiva aprire degli armadi, scartabellare delle carte, nelle ore che era solito di stare in giardino. Quella sera, il maestro che veniva come il solito a fare la partita, fiutava l’aria della stanza, guardando intorno con inquietudine.

Rievocò, in quel miraggio sereno del passato, gli impeti baldi, gli slanci sdegnosi verso l'ignoto e il sublime della sua prima giovinezza, e gli parve d'ascoltare come un'eco inconsueta di essi, un'eco che lo riempì insieme d'ineffabile inquietudine e di dolcissima malinconia, come a quei tempi.

Se questo matrimonio è un errore, bene oramai l'ho accettato, l'ho accettato. Ripetè fra l'ho accettato e stette pensieroso, mostrando nella fronte, nelle mobili labbra mute, nella inquietudine di tutta la persona un contrasto interno. Finalmente rialzò il viso ed esclamò con energia per far tacere tante occulte voci contrarie: Insomma, l'ho accettato! E subito si rifece pensoso, inquieto.

Provava spesso una inquietudine, una smania inesplicabili: non pigliava sonno, non trovava in nulla diletto: avea da opporre a tutto, da censurar tutto, profanava ciò ch'è più sacro, bruttava ciò ch'è più bello: la vita amarissima di chi ha trasgredito le grandi leggi morali, inviolabili della coscienza.

Con maggiore insistenza degli altri avea cercato di Domenico, Cristina Braco, cameriera della figlia del duca. Costei avea domandato più volte del giardiniere, e chi avesse potuto leggerle nell'animo vi avrebbe scoperto una grande inquietudine.

Mi sentii vacillare... mi pareva di guardare nel fondo d'un precipizio... mi sentivo attratto dal vuoto... i capelli mi si drizzavano sulla fronte... Credo che essa abbia avuto paura, perchè mi posò una mano sul ginocchio, chiedendomi con inquietudine: Che cosa avete? Mi sento morire!... risposi.

Aveva deposto sùbito il cannocchiale, e volgendosi a Emilia con la pezzuola umida di sangue, aveva detto: Ecco! rispondendo alla sorda inquietudine, che dalla prima comparsa del morbo le aveva confitto gli artigli nel cuore.

Maurizio accarezzò i bimbi ed entrò nel tugurio, dove trovò seduta di contro all'uscio, a soleggiarsi un poco, una donna ancor giovane, dal viso pallido, ma dall'occhio vivace, in aspetto di convalescente. Ci voleva poco a capire che quella era Biancolina, la povera donna per cui tanta inquietudine aveva regnato alla Balma. Ah! esclamò la donna, alzandosi a mezzo.