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Aggiornato: 20 giugno 2025


Cesare ostentava una calma, che di momento in momento poteva mancargli. Il corrugare delle sopracciglia avevagli solcato la fronte d'una linea scura. Stava in piedi; guardava la donna con un senso di nuova inquietudine. La sola vista di lei gli richiamava anco una volta la tristezza, che mai non era giunto a dominare, avvicinando le due sorelle. Su quelle giovani, su quelle fresche esistenze, il grigio nembo del destino s'addensava; ed egli aveva voluto sfidarlo con loro, ed era troppo tardi per isfuggire alla solidariet

Il pittore espose come quella medesima disgrazia della famiglia Biale togliesse anche a lui ogni speranza, raccontò la scena avvenuta colla moglie e finì per confessare che aveva presa una grande risoluzione. Quale? domandò con inquietudine Selva.

La di lui condotta in quest'affare è stata affatto presuntuosa e importuna; desidero di non sentir mai più parlar di lui, e che ci liberiate da cotesta ridicola tristezza, da cotesti sospiri, da cotesta aria cupa, la quale farebbe credere che voi siate sempre disposta a piagnucolare; fate come tutti gli altri; il vostro silenzio non basta a nascondere la vostra inquietudine alla mia penetrazione; vedo bene che siete disposta a piangere in questo momento, in questo momento istesso, a dispetto della mia proibizione

Quella esitazione avvelenava la mia gioia. Scorgevo in lui, adesso, quello che prima non vi era mai stato, cioè una titubanza continua, una inquietudine che non arrivava a reprimere. Di che temi? gli chiedevo, guardandolo negli occhi. Di nulla, cara mi rispondeva, guardando in su, per isfuggire alle mie indagini. E mi ami, mi ami?

Il giovane era stato commosso dalla soave fisonomia di Marcellina, e sentì in petto una insolita inquietudine che gli mettea desiderio di rivedere la bella sconosciuta.

Due cose: primo: che una di quelle donne amasse me; secondo: che quell'amore fosse permesso. Per la prima cosa mi dicevano timido; per la seconda, ingenuo. Io lasciavo dire. «Dunque, la moglie d'altri: no. Restava una moglie per me. Ma, dicevo, bisogna trovare una che mi ami; ed io non la trovavo. Poi, io non ero esente da qualche inquietudine. La mamma non mi consigliava il matrimonio.

Ma l'effetto era fatto; una misteriosa inquietudine s'era impadronita di costui.

Cominciano a temermi pensava il signor Daniele. Si fa presto a far da padrone; basta saper gridare. Aveva una sola inquietudine: di dover venire a una spiegazione colla moglie. Che cosa sarebbe successo? Non si vedevano se non in presenza di altre persone, non si scambiavano se non poche parole, sempre relative agli affari.

Ebbi veramente la febbre, così che rimasi alcuni giorni in preda a un torpore continuo. Solamente verso sera mi prendeva un po' di inquietudine e spiavo i rumori di fuori, ma nessuno e nulla entrò dalla porta invincibilmente muta; non una persona, non una lettera.

Donna Livia portava quella notte un ricco mantello da viaggio, specie di zimarra di velluto nero, foderata di seta azzurra. Era la moglie di don Francesco, ora duca dell'Isola. Il cavaliere di Malta seguiva con inquietudine lo sguardo di suo cugino: forse temeva per donna Livia la collera di lui.

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