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Aggiornato: 22 giugno 2025


E piuttosto che aspettar voi, preferite fare aspettare gli altri. È così dolorosa l'attesa di una gran gioia! Ho cercato di ingannare il tempo occupandomi di voi. Di me? Ah che galanteria! Però avrei avuto più cari dei fiori del vostro giardino. Del mio giardino? Non è vostro quel giardino sotto? Ah! sicuro ma non ci sono fiori. Se ne ho visti io di bellissimi. Ah, aveste visto?

E vedrò te, mia bella!... Zitto.... Tornava il silenzio. Mille fantasmi ridenti accorrevano ad ingannare il tempo lungo. Per ore intere al capezzale del marito, una mano di lui stretta nelle proprie, Ernesta rimaneva immobile nella contemplazione della tranquilla festa dell'avvenire.

Ascoltami, Bruno. Io sono tua. Ma bada; tu non mi chiedi l'amore: tu mi chiedi la vita! Io non saprei ingannare nessuno; e quand'anche sapessi, no, mio marito, colui che ti ha accolto a braccia aperte e ti ha chiamato fratello, io non lo ingannerei. L'indomani del giorno in cui fossi stata tua, mi darei la morte. Hai compreso?... Se tu vuoi ch'io muoia, chiedimi l'amore: e ti darò l'amore e la vita; ma sopravvivere mi sar

Il pranzo eccellente non gli era costato che tre lire, tutto compreso: bisognava uscire, trovare un modo, un piacere, per ingannare il tempo sino all'ora del treno.

Moltissimo. Anche voi, del resto. Anche io ella replicò. Perchè tardaste tanto? Perchè non ero perfettamente certo di amarvi: e non volevo ingannare me, voi. Dubitavate? Non vi piacevo, io, forse? ella disse. Mi piacevate e mi piacete immensamente.

Chi mi conosceva bene a Roma, dove crebbi e vissi sino ai vent'anni, e a Milano dove venni ad abitare dopo, mi giudicava esattamente. Ma chi giudicava dalle apparenze, o per udito dire.... E poi, si sa, delle notizie sommarie che giungono da tre mila leghe di distanza, possono facilmente ingannare. Ma.... Se ti ragione! In quello che hanno scritto ce n'era d'avanzo....

Tra noi e voi, signore, corre un abisso. I nostri sono due programmi radicalmente diversi. Perchè, come noi facciamo, nol dite? Perchè persistere a ingannare l'Italia e l'Europa sul vostro intento? Noi rappresentiamo l'Italia: voi rappresentate la vecchia, cupida e paurosa ambizione di Casa Savoja.

CINTIA. Ti giuro su la mia fede che non solamente non ho ciò fatto, ma meno mi passò per il pensiero giamai! ERASTO. Che fede fede? che fede hai o avesti tu mai? La tua fede ti serve per ingannare chi ha fede nella tua fede. CINTIA. «Chi non ha fede non crede». Ti giuro da quel che sono! ERASTO. Da un disleale, da un traditore. CINTIA. Credete a me!

Nuove lotte. Pallido, la fronte corrugata, gli occhi stanchi, don Giorgio Castellani errava per la campagna, come un'anima in pena. Non parlava con nessuno, o pronunciava soltanto le parole necessarie. In casa, solo con Cristina, si forzava a parere calmo; le insegnava a leggere e a scrivere per ingannare il tempo e se stesso. Poi si chiudeva nella sua camera col pretesto di un urgente lavoro.

Lo abbiamo tutti, non dubitate, lo abbiamo tutti, un alto ideale nell'anima. Lo si nega da molti, a cui pesa di nutrire un ospite così ragguardevole, e di apparire poco padroni in casa propria. Ma la coscienza lo svela a tutti e col testimonio della coscienza non c'è negazione che tenga. Quando la commedia del giorno è finita e l'attore si trova solo nel suo camerino, dove non ha più da ingannare nessuno, spoglia le vesti e gitta gli arnesi della sua parte, incominciando da quei mustacchi neri e arroncigliati che gli davano un'aria di gradasso, o da quelle fedine bionde, che lo facevano parere un inglese annoiato. Quando tacciano intorno a voi le voci del mondo, ascoltate la voce arcana che è dentro di voi e che vi dice: Così devi essere, non come ti sei dato a vedere. Nobilt

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