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Aggiornato: 15 giugno 2025
Francesca, se bene aveva le mani quasi impedite dal terrore, riuscì a strappare la veste ardente; si strinse contro il petto la figliuola nuda e tramortita, e gittandosi dietro ai fuggenti invocava Gesù con alte grida. Per le ustioni Anna stette inferma lungo tempo in pericolo.
Siate benedetta, la mia brava figliuola! Possiamo tentare. Se poi la povera inferma non vi vuole nemmanco voi, allora vedremo... E può anche darsi che frattanto Matteo migliori, ed io possa andarci senza più scrupolo.
Soffriva tanto... tanto..., rispose l'altro, con intonazione di così cupa tristezza che lo stesso magistrato tacque un poco. Era inferma? domandò quest'ultimo, dopo un breve silenzio, al dottore. Sì, d'una malattia di petto. Lo sapeva? Senza dubbio. Non le si poteva nulla nascondere. Aveva tanta intelligenza e tanto coraggio che le pietose menzogne riuscivano inutili.
Apparecchiai in fretta la mia valigia, presi congedo da mia suocera inferma e mi avviavo verso la vettura che stava attendendo, quando mia moglie, accompagnandomi all'uscio, mi disse con un profondo sospiro: Finalmente potrai avvicinarti per la prima volta alla contessa Savina, guardarla negli occhi, udire la sua voce, stringere la sua mano!...
Poi, debbo dirle ogni cosa? Si prova rammarico a dipartirsi dagli amici, a il commiato è sempre un doloroso momento per tutti. Non si è buoni medici, senza affezionarsi un pochino ai clienti; non si è veduta una gentile inferma tutti i giorni, senza pigliare quella tal simpatia che deriva dalla intrinsichezza. Ecco perchè....»
Solamente dall'immaginazione inferma d'un uomo agitato dal terrore della dannazione, poteva uscire una così mostruosa stravaganza; dinanzi alla quale, per quanto sia lontano il tempo in cui s'aveva paura dei fantasmi, si risente un confuso risvegliarsi di quella paura.
Vuol servirsi di me per medicina del suo male, di me che sono inferma e ho bisogno di medicina per me stessa nella mia infermitá; ed io, misera! non so far altro che amaramente piangere, sospirare e consumarmi. EUGENIO. Datevi pace, ché forse Amore vi consolará. ARTEMISIA. Quel «forse» è una magra speranza.
Una vecchierella corta, magra, curva per gli anni e per le pene, con quel colore pallidiccio di donna inferma nel volto scarno ed aggrinzato, comparve sulla soglia dell'uscio, e sentì quelle parole: Figlio mio!... esclamò con quel grido dell'anima proprio delle sole madri, s'abbandonò sull'imposta, e cadde. Tutti balzarono, verso di lei, la sollevarono, l'adagiarono sulla poltrona.
Ariberti non s'inalberò, non udì nemmeno la frase esorbitante che la collera strappava alle labbra di suo padre. L'immagine della sua buona genitrice inferma per cagion sua gli aveva messo in corpo la febbre e lo faceva dare in urla così disperate, che perfino il signor Amedeo ne ebbe piet
verso di te, che fai tanto sottili provedimenti, ch'a mezzo novembre non giugne quel che tu d'ottobre fili. Quante volte, del tempo che rimembre, legge, moneta, officio e costume hai tu mutato e rinovate membre! E se ben ti ricordi e vedi lume, vedrai te somigliante a quella inferma che non puo` trovar posa in su le piume, ma con dar volta suo dolore scherma. Purgatorio: Canto VII
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