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Aggiornato: 2 giugno 2025


Come non parea fatta per la vita del mondo così intendeva costantemente al cielo lo sguardo e il pensiero. Quando egli la cercava, quando aveva bisogno di vederla, era sicuro di trovarla nelle case della preghiera, genuflessa, umiliata dinanzi a Dio. Quante volte, non visto da lei, era entrato negli insoliti luoghi! Che ore ineffabili vi aveva vissuto!

Ed è specialmente la voce cantata che tocca deliziosamente il nostro udito e ci procura degli ineffabili piaceri. Il canto è l'unione della melodia alla poesia, e quando esso è l'espressione fedele dei moti del core di chi canta quale essere tanto insensibile potrebbe resistere agli incanti ineffabili di quella voce?

Morendo , tu lasciasti largo compianto di fanciulle e di giovani desiosi di danze; e chi sa che, trasportato per le vaghe regioni della fantasia, non ti sarai, anche tu, abbandonato alle ineffabili dolcezze sognate dal poeta, che cantava: Mentri ca godi grata sinfunia Di trummi, contrabassi e vijulini, E senti lu cuncertu e l’armunia Di citarri francisi e minnulini, E ammira lu ’ntricciu e la mastria Di li balletti e di li ballerini, Ed è ’ntra li piaciri tutt’astrattu Ogni armuzza si cogghi a lu strasattu³⁵⁷.

Ignorano del tutto le ascose tenerezze, le ineffabili delizie, le intime compiacenze del nostro; parola che è un nido, in cui la donna sente di poter appiattarsi, accovacciarsi e nascondersi, per godervi il tepore della vita in due. Il tirannucolo domestico non ha nulla di nostro, ma tutto è mio. Mio il pensiero, mio il giudizio, mia l'esperienza, mia la ricchezza.

«Venite dunque, poichè lo volete, a partecipare dei miei dolori, della mia morte; anteponete alla vita e alla sicurezza vostre, la mia compagnia, ed io vi accetto: badate, voi gusterete amarezze ineffabili, chè l'amico del misero è più infelice di lui; tardo poi verr

Povera Maria! Ella continuava a piangere; ma le sue non erano le lacrime sole del rimorso; c'erano pur quelle ineffabili del sacrificio che stava per compiere: della sua cara libert

Egli sentiva, così in confuso, dentro di che la sua riputazione d'uomo politico ne andava di mezzo. Tuttavia come rimediarvi? Quella donna lo aveva ammaliato, ed egli non aveva la forza, il desiderio, di ripigliar la sua via. Così dicono che avvenga ai viaggiatori colti dal gelo sulle terre polari, che si sentono venir meno ed amano abbandonarsi al destino, senza far nulla per richiamare nelle membra torpide il calore e la vita. La marchesa Clementina, troppo amante di , avvezza agli omaggi degli uomini, come una dea pagana agli incensi, non avea tempo a pensare che tanta divozione doveva essere ricambiata con un po' di cura del buon nome di lui. Ed egli, poi, non sapeva staccarsi un giorno, un'ora, da quella inconsapevole maliarda; era geloso, pativa tormenti ineffabili, e facea sforzi inauditi per dissimulare la negra cura sotto l'apparenza di una cortese assiduit

Il giovane, poi, è buonissimo, continuava il marchese, quasi non avesse udito l'interruzione, incapace di abusare della innocenza di Diana.... Sono due anime virtuose.... Non altra unione avrebbe potuto esser migliore della loro.... Noi non crediamo se non alla passione volgare: la virtù ha gioie, beatitudini che noi non conosciamo: essa cerca ben lontano, donde noi li cerchiamo, i suoi piaceri ineffabili!...

Quivi di voi fuor di misura amanti Il capo gonfio di superbia ergeste, Ed i lampi ineffabili, tonanti Armi del gran Monarca, a scherno aveste; Il vostro duce in su gli ardor stellanti Voleva opporsi al Regnator celeste; Volea come Dio sue sedi eccelse, Empio ver lui ch'a tanto onor lo scelse.

Rinsavii da per me, senza ajuto altrui, mercè una idea religiosa ch'io verificai nella storia. Scesi dalla nozione di Dio a quella del Progresso; da quella del Progresso a un concetto della Vita, alla fede in una missione, alla conseguenza logica del dovere, norma suprema; e giunto a quel punto, giurai a me stesso che nessuna cosa al mondo avrebbe ormai potuto farmi dubitare e sviarmene. Fu, come dice Dante, un viaggio dal martirio alla pace : pace violenta e disperata nol nego, perch'io m'affratellai col dolore e mi ravvolsi in esso, come pellegrino nel suo mantello; pur pace, dacchè imparai a soffrire senza ribellarmi e fui d'allora in poi in tranquilla concordia coll'anima mia. Diedi un lungo tristissimo addio a tutte le gioje, a tutte le speranze di vita individuale per me sulla terra. Scavai colle mie mani la fossa, non agli affetti Dio m'è testimone ch'io li sento oggi canuto come nei primi giorni della mia giovinezza ma ai desiderî, alle esigenze, ai conforti ineffabili degli affetti, e calcai la terra su quella fossa, ch'altri ignorasse l'io che vi stava sepolto. Per cagioni, parecchie visibili, altre ignote, la mia vita fu, è e durerebbe, s'anche non fosse presso a compirsi, infelice; ma non ho pensato mai, da quei giorni in poi, un istante che l'infelicit

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