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Aggiornato: 3 maggio 2025
Nel salotto della duchessa de Bara, gl'isabellisti sono agitati, indignati; si è sparsa la voce che Currita abbia chiesto di esser nominata Camarera major della Cisterna, come gli isabellisti sprezzosamente chiamano la regina Vittoria, moglie di Re Amedeo I. Al suo arrivo, Currita è salutata da un ironico scoppio di applausi, al suono dell'inno reale amadeista: ed ella, fingendo di non capire l'atto ironico di Gerito Sardona che, servendosi d'un vassoio da tè per cappello, imitava l'angoloso e serio saluto di Re don Amedeo, risponde con la caricatura del cerimonioso saluto della regina donna Maria Vittoria, e s'inoltra prodigando a destra e a manca eleganti saluti di gran signora di Corte.
Oh! Italiani, che vi siete santamente indignati per l'assoluzione di Angoulême, quando v'indignerete per il massacro di Caltavuturo, che costituisce l'episodio più scellerato della vita politica italiana, ch'è rimasto impunito e pel quale non un solo accusato venne trasportato sullo sgabello della Corte di Assise?
Giunto in Toscana, rincorò i patrioti, che erano indignati e stupiti per l'inattesa tregua di Villafranca, con la singolare efficacia della sua parola, e formulò un nuovo piano d'insurrezione in questo semplice motto: al centro mirando al sud; invasione cioè dell'Umbria e dello Stato Romano per muovere quindi verso il regno delle Due Sicilie.
Il Mazzini aveva sperato che i deputati dell'estrema sinistra, indignati d'un atto che era violazione della legge fondamentale e dell'onore della Nazione, si sarebbero ritirati come Trasea da un Senato irreparabilmente servile e corrotto; ma fu disingannato; chè anzi il loro capo, Francesco Crispi, improvvisamente convertito, inalberava, in una lettera al Mazzini, una nuova bandiera col motto: la monarchia ci unisce, la repubblica ci divide.
Noi vediamo nell'Argentina i figli d'inglesi, ottimi cittadini argentini, ma inglesi nel sentimento, inglesi nel carattere, nella lingua; pronti a dare la vita per la nuova patria, ma con la mente e col cuore pieni della loro vecchia Britannia, palpitanti per le sue sciagure ed esultanti per le sue vittorie. Nel Chobut, da ventotto anni, viveva una floridissima e popolosa colonia di Gallesi, in parte figli dei primi pionieri e nati argentini, ma parlanti la loro aspra lingua, gelosi custodi delle loro tradizioni, fieri della loro storia. L'anno passato questi Gallesi protestarono indignati contro certi atti della Giustizia Argentina; una inchiesta ordinata dal Governo inglese riconobbe le loro ragioni, ed essi, dopo ventotto anni di residenza nell'Argentina, abbandonarono in maggioranza il paese per piantare le loro tende nel Canad
Il Correo Español, organo della importante Colonia spagnuola, dopo aver riportato i telegrammi della Prensa, accompagnandoli con apprezzamenti lusinghieri per il Corriere, aggiunge, rivolgendosi alla stampa argentina: «Potrebbero i giornali indignati, con la mano sul cuore, affermare che sono falsi questi giudizî?
Lobbia e Canzio accolsero i nuovi venuti più che se fossero amici, proprio come se fossero stati fratelli. Tutti erano indignati per il contegno tenuto dal Frapolli: difatti nessuno poteva farsi una ragione del come quest'uomo daccordo coi Comitati accaparasse per se tutta la miglior gioventù che veniva d'Italia, e la forzasse all'inazione, alla vita coruttrice della caserma e della guarnigione, mentre il generale Garibaldi non faceva che raccomandarsi a tutte le parti, perché gli inviassero dell'uomini. No! Non erano induzioni fallaci, non erano calunnie, quelle che si formulavano sopra quest'uomo. La ragione ridicola che accamparono alcuni miei amici, svanisce davanti al primo soffio del più volgare buon senso. Frapolli, dicevano questi, vuol risparmiare il sangue di tanti generosi: ha preso il grado di generale per impedire degli inutili combattimenti; Frapolli a tale scopo è stato inviato dalle Massonerie. Io non voglio credere che un'associazione che ha per base l'amore del vero e dell'umanit
L'agonia del toro è tremenda. Qualche volta il torero non aggiusta il colpo a dovere, e la spada penetra bensì fino all'elsa, ma fuor della via del cuore. Allora il toro si mette a correr l'arena colla spada confitta nelle carni, irrigando il terreno di sangue, mandando altissimi muggiti, divincolandosi e scontorcendosi in mille modi per liberarsi da quella tortura; e in quell'impetuosa corsa, qualche volta la spada salta via; qualche volta si configge più addentro, e gli cagiona la morte. Sovente l'espada è costretto a dargli una seconda stoccata, non di rado una terza, talora una quarta; il toro versa un torrente di sangue; tutte le capas dei capeadores ne sono intrise, n'è macchiato l'espada, n'è aspersa la barriera, per tutto cola sangue, gli spettatori indignati coprono il torero d'ingiurie. Qualche volta il toro profondamente ferito, cade a terra; ma non muore, e resta l
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