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Aggiornato: 26 giugno 2025
Violetta pure si ebbe, durante la notte, il suo incubo. Le sembrava che le Furie, strappate le coltri, la trascinassero per la treccia, intorno alla Camera. Svegliatasi alfine a giorno fatto, chiamò i suoi, che la trovarono inquieta e lievemente febbricitante. Ma, un cordiale, ed un po' di riposo ancora, Violetta si ristabilì in breve, senza l'opera di sanitario.
Me le rannicchiai ai piedi, le misi la testa sulle ginocchia perchè mi accarezzasse, come soleva, i capelli. Ella soffriva. S’era in quei giorni scatenata la guerra delle nazioni. Bagliori d’incendî all’orizzonte, echi delle prime carneficine, odor di polvere, incubo.
Quando poi era tornato in Italia, quel pensiero aveva preso a tormentarlo come un incubo. Gli pareva che tutti conoscessero l'ingratitudine di suo padre, la sua slealt
Egli le avrebbe tolte al malaticcio incubo del reciproco obbedire, legando a sè la vita d'Emilia, liberando Roberta di fronte all'indomani. Gi
Oh grazie! grazie! A mezzanotte. Maria Tognetti baciò un'ultima volta le mani della principessa, e partì col cuore pieno di speranze e di preghiere. Monsignor Pagni, che aveva tutto inteso da una stanza vicina: A mezzanotte! disse fra sè. Vi sarò io pure! Le Carceri Nove. Come una minaccia e un incubo si eleva nel bel mezzo di Roma il tetro monumento delle Carceri Nove.
L'Arconti, tenendo in mano la lampada, aveva percorso tutto quest'angusto corridojo lungo forse una trentina di metri ed era giunto a una specie di stanza a vôlta (se si può chiamarla così), che portava ancora nei fianchi i segni delle mine con cui era stata scavata. Ci si stava comodamente in piedi, e ad arrivarci dopo aver dovuto camminar quasi carponi, si provava un senso di sollievo come di chi è alleggerito di un incubo. Senza dubbio, in altri tempi, di l
Egli era il suo incubo, per così dire, che premevalo senza posa. Non però che talora in qualche lucido intervallo non ne vedesse tutta la infamia, e non lo esecrasse. Ma posto ormai sopra una mala via, nè per folle superbia volendo ritrarsene, si sentiva sospinto a non poter seguitare che a quella scorta.
Dove sono? si chiese egli con una voce che più nulla aveva d'umano. Che è successo? Perchè mi han rapito? Dov'è Fathma, la mia povera fidanzata, la mia disgraziata almea? Sono in preda forse ad un terribile incubo?... Si stropicciò gli occhi, e si persuase d'essere proprio sveglio e prigioniero in quell'orrido sotterraneo. Allora si risovvenne delle parole dettegli dallo sceicco Fit Debbeud.
Egli mi chiese conto naturalmente delle mie occupazioni e de' miei studi; ed io gli risposi: Caro zio, la scuola rurale è un incubo, una penitenza, una espiazione. La mia vita è un continuo sacrifizio, e mi è chiuso ogni adito ad una carriera onorevole. A che cosa può condurmi l'insegnare l'abbicì ai piccoli idioti delle montagne?
Si vide rugata, allaidita dal delitto... e rugghiò di dolore e terrore. Regina giunse a casa sotto l'impressione di questo incubo.
Parola Del Giorno
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