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Aggiornato: 12 maggio 2025


Incontrai i suoi sguardi fissi nei miei, e parvemi di scorgervi il timore che io avrei palesato per sfuggire al castigo. Ma ciò non era nel mio cuore, e se pure vi fosse stato, quello sguardo mi avrebbe dato forza per vincere la codardia.

Incontrai molte comitive di gente di quei paesi e file di carri pesanti e grossolani, con due enormi ruote, detti barocci, tirati da buoi bianchi, dalle corna lunghissime. Alcuni di questi barocci erano carichi di sacchi di grano, altri di lana, la maggior parte però portavano ceste di polli.

Ivi incontrai il maggiore Mosto, comandante dei carabinieri genovesi, e mentre gli raccomandavo di aggiugnere alla sua schiera come semplice soldato il capitano Ungarelli ferrarese, il caporale di guardia mi annunciò che otto giovinotti di mia conoscenza bramavano di parlarmi. Risposi li facesse passare.

Un giorno che m'ero appena quetato da questo turbinio delle arterie e m'avviavo alla porta della camera per escire (Gin mi seguiva passo passo), incontrai Ram

Un giorno, uscendo da pranzo con un amico, incontrai Fulvia tutta sola che camminava a passi accelerati in via del Monte Napoleone dirigendosi verso il Corso. Presentai l'amico a lei, lei all'amico, e dalla presentazione emerse, sempre nuovo come la Fenice della favola, il famoso complimento: Ho tanto piacere di fare la sua conoscenza, col rispettivo: Il piacere è tutto mio.

Se tu mi sei vicino, rispose. Mi posi al suo capezzale e vegliai finchè la stanchezza non mi chiudere gli occhi. Ridestandomi di soprassalto, incontrai alla sua mano fra i miei capelli; l'allontanai dolcemente per non svegliarla; ma ell'era desta e mi guardava con uno sguardo rapito alla benigna serenit

Proseguendo il mio viaggio, incontrai truppe in ogni luogo e durai fatica a prestar fede a miei occhi, quando, nel tornare da Arce, presso il ponte di Ceprano, trovai gli avamposti stabiliti sulla strada come se il nemico fosse gi

A pochi passi dall'albergo, dove arrivai tardi, incontrai Mrs. Yves che dava il braccio a un signore pallido, magro, evidentemente malato. Era facile indovinar chi fosse. Alto, rigido, pareva toccare i cinquant'anni; aveva un viso triste e duro, una fissa intensit

All'uscir dalla chiesa, colla mente tutta occupata dall'immagine del solenne santuario, incontrai una lunga fila di carri carnevaleschi, preceduti da una banda musicale, accompagnati dalla folla e seguìti da un gran numero di carrozze, che andavano verso il Coso. Non ricordo d'aver mai visto testoni di cartapesta più grotteschi, più buffi, più spropositati di quelli che portavan quelle maschere; così che solo com'ero, e punto inchinevole all'allegrezza, non potei trattenermi dal ridere, come alla chiusa d'un sonetto del Fucini. Il popolo però era serio e silenzioso, e le maschere piene di gravit

Allo sbocco del sentiero della Carbonaia incontrai don Luigi. Allora aveva dei dispiaceri ed era triste, afflitto più di adesso. Ma quel mi sembrò tutt'altro: mi passò vicino senza vedermi, incantato come uno che viene dal paradiso.

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