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Aggiornato: 29 giugno 2025


È un paese squallido: gli stabilimenti immensi e deserti aspettavano invano i soliti forestieri, che la paura del cholera scorrazzante per la provincia ha dispersi. Vi ho fatto novanta fanghi in quarantacinque giorni, conquistando l'ammirazione di tutti gl'inservienti, che non ricordavano d'alcun altro tale follia. E come tutte le follie è stata inutile.

Immensi e pesanti barconi opprimevano il fiume lampeggiante; qualche officina scagliava nel cielo i suoi cirri di fumo voluminoso; la citt

Chiese l'indomani adorazione dal senato e la ebbe; fu al Circo, acclamato dalla folla Apollo e padre degli dei; vide sangue, molto sangue, e non ne fu pago; ideò novelle costruzioni; la casa d'oro doveva arrivare fino al mare; sognò immensi giardini, fiumi navigabili, laghi artificiali, sporgenze di terreno ricche di alberi, sognò.... ma niente lo appagava.

dicendo da lei gli occhi non gira, Tutto intento a spiar ciò ch'ella pensi. Ed ella giù nel cor prima sospira, Soggiunge poscia: di martiri immensi Altra vivendo non rifiuti il peso, Ciò non fia certo di Sultana inteso.

Rimontiamo. Sulla terrazza sotto i trilli gioiosi delle prime stelle fra gli immensi ventagli freschi dell'Astico sicuro ritmato come il sangue d'un uomo forte, il maggiore Sannia dice: Dato lo stato dei due eserciti è ormai sicuro che il primo dei due che oser

Esser pöeti è abbandonarsi ai sensi; È compendiare un secolo in un distico; È mutar l'alimento del mattino, A vespro giunti, in voli eccelsi, immensi.... E, invero, questi versi sono usciti Dalle vivande o dal preteso vino Che l'oste m'ha imbanditi.

Non era più la Regina di cui il nome di fiore era scritto nel vecchio diario di Nancy. Era una Regina quasi fanciulla, con immensi e risplendenti occhi bruni. E il giovinetto di cui l'effigie, chiusa in un medaglione, posava da tanti anni sul cuore di Nancy, era Re. La Regina abbracciò Anne-Marie; e rise quando Anne-Marie parlava, e pianse quando Anne-Marie suonò.

La natura fu prodiga in quel paese de' suoi immensi tesori; ha dato un cielo sempre azzurro, un sole ardente, una terra feconda, eppure io mirava la natura senza che l'anima dentro mi tremasse... Non era il cielo, il sole, la terra della mia patria. Credetti trovare in quel clima dolcissimo degli uomini più dolci, ma l'esule incontra sempre sventura.

Quelle rive strette fra l'acqua e il verde dei monti, quel succedersi di colori dai più chiassosi ai più delicati, dal vino al latte, da una villetta di zucchero a una incassatura rocciosa e tosta, irta di punte; quel succedersi di artifici per andare a godere una spanna di sasso, una bricca, un pratello largo come un fazzoletto, quell'aprirsi sfacciato di nuovi immensi bacini d'acqua, pieni di azzurro e di luce, l

168 Volto al cornpagno, disse: O Cloridano, io non ti posso dir quanto m'incresca del mio signor, che sia rimaso al piano, per lupi e corbi, ohimé! troppo degna esca. Pensando come sempre mi fu umano, mi par che quando ancor questa anima esca in onor di sua fama, io non compensi sciolga verso lui gli oblighi immensi.

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