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Aggiornato: 3 giugno 2025
Del resto il vecchio era mansuetissimo; solo rimaneva chiuso, muto, assorto tutto il giorno nella lettura dei suoi libri religiosi. Il signor De Emma aveva con sè due giovani donne: una inglese, sua moglie, l'altra italiana, vezzosissima, i cui rapporti colla famiglia per allora rimasero ignoti. Si credeva fosse un'inferma in cura del dottore tanto era patita e sparuta.
(si dividono ed entrano nei panneggiamenti delle quinte, quindi ricompariscono colle spade sguainate, urlando a tutta gola): Ignoti nemici Gi
Que' precetti, che allora venivano dettati da noi, non erano per comune nostra fortuna uditi da altra anima vivente che ne potesse redarguire la troppa presunzione; e come ignote a noi sono le regole dell'arte musica, e cosí rimanevano ignoti agli altri i delíri nostri intorno a lei.
Voi avete la salute del paese in pugno: se un giorno mai v'accorgeste della triste parte che fate in Europa, e volete far opera degna, pensate a me; a quel tanto d'ajuto ch'io posso portarvi; ditemi: «Siate con noi il tal giorno» io vi sarò. Se persistete nella vergognosa apatia, Dio vi perdoni, io non lo posso. Ma non v'irriterò più con lettere, dirò il vero agli ignoti. Addio.
Ma ei mi sarebbe riuscito intollerabile cosí giudicare gli uomini viventi, e a me non ignoti, né per benefizio né per ingiuria. Io mostrai in altro scritto non aver ripugnanza, non timor forse al discorrere delle cose presenti; ma appunto ne discorsi lá distesamente, e prendendo agio a quelle eccezioni e spiegazioni, che sole fan tollerabile un tal discorso alla coscienza d'uno scrittore.
All'altro capo, l'amico aveva ripetuto la stessa identica scena con un altro signore, così che due ignoti, senza saper che facessero, restavano l
Spesso venivano in casa uomini ignoti, ben vestiti, ma la vecchia allora non lasciava più la cucina e chiudeva l'uscio a chiave, dicendo a Tina di non fare rumore, o mettendola sopra una sedia le dava qualche cosa da mangiare, un frutto, una chicca, con certe carezze insolite, che irritavano la fanciulletta. Però queste visite non erano lunghe.
Resistere fino all'ultima cartuccia e fino all'ultimo uomo, dicevano anch'essi i difensori del ponte, imperterriti sotto una pioggia di fuoco. Che importava morire? Quei prodi sentivano che sui pochi metri quadrati dell'angusto piazzale si gettava il seme del futuro. E quel seme era sangue, il più nobile sangue d'Italia confuso insieme in quattro zolle di terra. Con un grido sul labbro, con un affetto nel cuore eran venuti dalle sponde del Jonio e dalle falde dell'Alpi, dalle pianure lombarde e dai clivi toscani, dal golfo incantato di Napoli e dai feraci campi delle Puglie, dalla Romagna indomita e dalla Liguria operosa; eran venuti a dividere i travagli e la gloria dei figli delle lagune; ignoti fino a ieri gli uni agli altri, oggi più che fratelli. E cadevano come spighe mietute stringendosi in un ultimo amplesso, mormorando coi vari accenti d'una stessa favella il dolce nome della patria comune. Onore a voi, valorosi, sia che vi ricordi la storia, sia che, martiri oscuri, vi copra l'oblio! E onore anche a voi, pochi ma eletti, svizzeri, slavi, magiari, che, non nati sotto il cielo d'Italia, pur ci veniste a morire, suggellando col sacrifizio delle vostre giovani vite l'alleanza fra quanti credono nella giustizia e nella libert
22 febbrajo. Vostro GIUSEPPE MAZZINI. Marzo, 1853. . . . . . Come da me si suole, Liberi sensi in semplici parole. Io mando queste pagine ai giovani ignoti d'Italia, ai quali è fede l'unit
Solo una vaga apprensione mi arresta.... un timore indeterminato di pericoli ignoti.... di non bastare alla vostra felicit
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