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Aggiornato: 7 maggio 2025
SULPIZIA. Io confermo tutto quello che dice mio fratello. LELIO. Ed io, padre mio caro, come vi son stato ubidientissimo in tutta la vita, cosí vi sarò in questo e in qualsivoglia altra cosa che mi commandarete; e il medesimo vi promette Artemisia mia sorella. ARTEMISIA. Mi contento di tutto quello di che si contenta mio padre e mio fratello. GUGLIELMO. E voi, signor Pandolfo?
Però voglio che prestino il libero consenso a questa mia sentenza e mi dia ciascuno di voi auttoritá in particolare di poter determinarlo; ché altrimente non son per dire parola in questo fatto. EUGENIO. Io per me, signor Guglielmo, vi delibero potestá di determinare di questi matrimoni come vi piace, e starò pazientissimo ad ogni sua sentenza comunque si sia; e cosí afferma Sulpizia mia sorella.
Sappiate che sir Guglielmo Jones, molti anni fa, ha fondato a Calcutta una societá d'inglesi, denominata «Societá asiatica»; e che questa societá, occupata com'è in continui lavori scientifici ed eruditi, non lascia di mandare di quando in quando in Europa anche alcune traduzioni di poesie indiane. |Uno de' lettori|. Ottima cosa!
L'ospite nostra ci ragguagliò su certe prodezze che avevano commesso i soldati di re Guglielmo nella prima occupazione della citt
Lo vedeva però oramai assai di rado anche lui. Da qualche anno Guglielmo conduceva questa vita di quiete, di povert
Il castello capuano sembrava veramente dimora da Re: ma se per la mole appariva quale la creatura memore esser parte del Creatore può immaginare, per la sua fortezza era pur quale il tiranno nell'agonia della paura può eleggere: conciossiachè Guglielmo il Tristo della stirpe normanna a difesa della propria vita lo fabbricasse.
Ma avèrti, giovane, che io son Guglielmo, e son colui che andai in Barbaria per saldar le ragioni con quel mio compagno, ed io promisi la mia figlia a Pandolfo; ma se io non sono né posso essere altro che io, e tu non sei né puoi essere altro che Guglielmo, tutti duo saremo Guglielmo e tutti duo saremo uno.
"Guglielmo! tu sei vecchio," soggiunse il suo figliuolo, "Sei grosso e grasso e tondo che sembri un cedrïuolo, Eppur fai salti a ruota! oh dimmi a quale scuola S'insegna a sfondar l'uscio con una caprïola?" Rispose il buon Vecchino "Nella mia giovinezza Studiai di conservare al corpo la sveltezza; Virtù di quest'unguento un franco per vasetto, Ne vuoi comprare un pajo garbato giovanetto?"
Quello che Guglielmo Shakespeare non potè togliere da nessun volume fu la festevolezza, la grazia e la poesia magnifica di questo lavoro che ottenne subito un grandissimo favore. Tanto grande che il Fletcher si affrettò ad imitarlo con un suo The sea voyage e lo imitò Sir John Sucling coi Gobelins, e per fino il Milton ne trasse non poche ispirazioni per The mask at Ludlow Castle.
Quando vi era, ella frugava dappertutto, guardava ogni cosa, apriva i fascicoli di musica e li percorreva lungamente con lo sguardo, come se avesse saputo decifrare le note, toccava quasi paurosamente i tasti del cembalo, faceva mille domande cui Guglielmo rispondeva talvolta ridendo, talvolta cupo; e sopratutto lo guardava lungamente come se nel suo viso avesse trovato la spiegazione di tutto ciò che le riesciva incomprensibile.
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