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Aggiornato: 9 giugno 2025
Che giornate, mio Dio, che brutte ore passiamo! Quante volte ho pregato l'anima benedetta della povera mamma, perchè guardi sulla sua casa! Non ho mai pensato che nella vita potessero scendere giornate così buie.
Ella stette un istante silenziosa, cogli sguardi perduti in non so quale visione. Poi, abbassando lentamente le palpebre, con voce fievolissima, rispose: Una volta.... fui molto amata.... Ah! Andrea! Perchè non mi guardi?... Che cosa ti ho detto?... Ti ho fatto male?
No, mi guardi il cielo dal perdere il capo a questo modo. Se avessi per caso da impazzire, vorrei andar diritto allo spedale, che nessuno mi vedesse farne di così gravi, come questa che voi pensate di me. Ma che volete voi dunque? Qual altra.... disgrazia chiedete?
TRINCA. Dio me ne guardi, che mi fusse posto in mezo: mi avisasti prima, che, quando stavi infuriato, ammazzavi gli amici e gli nemici. TRASIMACO. È vero quanto dici; ma, essendo un solo, dovevi avisarmi.
Son molte volte, quando altrui è infermo, che par veder le cose piú che espresse e non è altro che 'l cervel che varia. E come andò? FILOCRATE. Per chi bene e chi male. Per te devette ir mal, per Lúcia bene. Confessalo oramai. FRONESIA. Sappilo Iddio; ché tu potresti dir cosí vent'anni, ch'io non ti intenderei. Se guardi bene, certo vedrai che sará stato un sogno o ver fantasma.
Ugo, non trovandosi per un momento Imilda al fianco, provò d'amarla doppiamente. O mia donna! proruppe: La mia grande sventura è la mia ventura! Sì, se gli uomini mi condannarono alla fuga, alla solitudine, all'esiglio, la mia stella mi concesse la ferma, la piena, l'unica vita dell'affetto! Come ho amato! Come amo! Laggiù in mezzo agli uomini, all'armi, alla potenza, avrei provato tutto lo squallore del deserto! Trista era l'anima mia più che l'avello dei morti! Volevo vivere e morivo, volevo morire e vivevo! L'odio e l'amore!... In poco tempo s'era squassata l'anima mia.... Quassù ho dimenticato i miei nemici, i miei più fieri, Oldrado e Guidinga, il mio fìerissimo Ugo ho dimenticato, e sono Silverio.... O mia donna! Che cos'è Dio? l'anima? il bene? Io non so: so che tu sei il mio Dio, l'anima mia, il mio bene! Tu il mio riposo!... Vieni, ch'io ti voglio: e con un ardentissimo bacio voglio sul tuo cuore suggellare le care speranze che ti allietano questi dirupi dell'esiglio!... Quando in me vedi il boscaiuolo, eccomi pronto a sfidare la valanga, fosse pure per coglierti un solo filo d'erba che ami: quando in me ricordi e compiangi e susciti il cavaliere, eccomi, armato come vedesti, audace senza l'elmo, insignito di sproni d'oro, tremendo figlio d'una traditrice e di un tradito, non quale fui, meschino in confronto alla tempesta che mi ruggeva in petto, ma quale avrei voluto essere, eccomi.... come un paggio a' tuoi piedi.... e tu comanda! Tu non comandi mai, Imilda! Tu desideri, tu guardi, tu baci.... Tu mi hai donato una bimba.... O fanciullina mia, non sai come si chiami tuo babbo? Silverio? Ugo? Si chiama felice: e ti basti. E qual vita ebbe? Nessuno mai te lo racconter
Non si disturbi, signor conte! esclamò Maddalena diventando rossa. Non importa! In questo stanzino è tutto in disordine; non ci guardi, per carit
Il padre. Ma se è tutto qui il male! Nelle parole! Abbiamo tutti dentro un mondo di cose; ciascuno un suo mondo di cose! E come possiamo intenderci, signore, se nelle parole ch'io dico metto il senso e il valore delle cose come sono dentro di me; mentre chi le ascolta, inevitabilmente le assume col senso e col valore che hanno per sè, del mondo com'egli l'ha dentro? Crediamo d'intenderci; non c'intendiamo mai! Guardi la mia piet
O mio compagno atletico, rammenti tu il tuo nome?... e tu, fiore di dolcezza, femmina bella come la bellezza, che smarrita mi guardi e non mi senti?... E tu, che ascondi dietro il fronte enorme la scïenza dei secoli;
E ch'orribile giogo e di martiri Formidabile scempio ella temea? Quando commossa da superni giri A lor sen venne vedovella Ebrea, E tante aste ferrate e tanti dardi Rivolse in fuga col fulgor dei guardi? Col forsennato duce ella sorride, Per adescarlo sue bellezze adorna, E dove dee bearlo, ivi l'ancide, Quinci col fiero teschio a' suoi sen torna.
Parola Del Giorno
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