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Aggiornato: 11 maggio 2025


Convien dire che gli antichi greci, i quali ascoltavano i loro predicatori, avessero i cuori piú atti alla sensibilitá, alla vergogna, alla compunzione, de' miei patrioti.

Noi vedemmo questo giá lago italiano sotto a' romani; non forse che questi od altri italiani vi navigassero e mercanteggiassero molto essi stessi; signori, cioè oziosi, in ciò probabilmente come in ogni cosa, si facevan servire di commerci da' greci, da' fenici, dagli egiziani, in ciò antichi.

È un gioco prediletto alle genti italiane, continuò Eleonora rimescolando le carte, e mi piace appunto per questo. Alcuni greci, esuli da Costantinopoli, presa poi da Maometto II, fecero conoscere le carte ai fiorentini e ai veneziani, e gli italiani introdussero il gioco in Francia nel 1370. Carlo VI faceva alluminare stupendi mazzi di tarocchi dal pittore Gringonneur....

Essi sono di tutti i tempi, di tutte le nazioni. Ma, indiani, greci, latini, italiani, francesi, inglesi, tedeschi, anche oggi si fanno intendere, ci entusiasmano, ci commuovono pur esprimendo sentimenti e concetti che, in gran parte, non sono più nostri. La loro narrazione è così limpida, così viva, che le disparit

La vittoria, infine, aveva coronato non poche lotte elettorali amministrative. A Piana dei Greci, a Corleone, a Prizzi, a Partinico, ad Alcamo, a San Giuseppe Jato, a Sancipirrello, ecc. ecc. contadini ed operai, candidati dei Fasci, erano andati a far parte dei Consigli Comunali.

Chi sa anzi che i greci non la imparassero forse eglino dagli indiani? L'India fu probabilmente la culla del sapere umano. |Un altro|. Lasciamo stare per ora queste digressioni erudite. Gl'indiani ebbero civilizzazione: dunque anche poesia. La facoltá poetica degli uomini è una facoltá che può essere primigenia in tutti.

Tale misera condizione non venne attenuata in alcun modo al Rossi della Tribuna dal Cav. Masi, consigliere provinciale di Piana dei Greci, dal Baronello Bartoccelli e dal Cav. V. Falcone, sindaco di Canicattì entrambi ricchissimi proprietarî e da altri ricchi proprietarî a Casteltermini e altrove.

Ed anco allora, chi sa, forse i Greci non la perdonarono a Diomede, se non perchè guadagnava nel cambio; poichè le armi del Greco erano di rame, e quelle del Troiano erano d'oro.

E se i Greci avessero dovuto studiare il greco, e i Romani studiare il latino, quei due popoli non sarebbero stati i grandi popoli che furono. Di questa semplice verit

E per fare la grande edizione italiana dei classici greci e latini, non occorrono tante riunioni e tante commissioni. Occorrono due uomini. Un editore di larghi mezzi e di buona volont

Parola Del Giorno

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