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Aggiornato: 29 maggio 2025


Quand'ecco stando agli alloggiamenti a Lagrussana presso Sinopoli cinquecento cavalli capitanati da Ramondo de Baux, mentre stanchi di gozzoviglia senza scolte straccurati giaceansi una notte, repente un fracasso li riscuote; gli almugaveri come torma di lupi saltano tra gli alloggiamenti; scannano, rapiscono; sconosciuto tra i gregari ammazzan Ramondo; e prestissimi dileguansi col bottino . Non andò guari che un Arrigo Barrotta tesoriere di Carlo, recando sei mila once per gli stipendi dello esercito, nella terra di Seminara albergò; stanza in quel tempo di ottocento cavalli francesi. Avutane spia re Pietro, l'adescò lor mala guardia, e più la moneta. Onde il tredici marzo a sera, ei stesso con trecento cavalli e cinquemila almugaveri calavasi chetamente da Corona: e giunto a tre miglia da Seminara, fatte posar le genti svelò il meditato colpo. Quel generoso Alaimo il contrastava. Qual lode a re, dicea, da notturna rapina, e disutile strage? Vano il pensier sarebbe di tener Seminara presso al campo nimico. Lasciata dunque la misera terra, al campo si vada: il principe di Salerno, il fior della corte di Francia, sbadati, sicuri; investisserli risolutamente; che l'audacia partorirebbe fortuna, o gloria certo. Taccion le istorie il contegno del re, le parole, che furon certo pacate, i proponimenti, forse fieri e sinistri, che gli si ribadirono in mente contro l'eroe di Messina. Ostinato a Seminara ei marciò. Dove mentr'una schiera accostavasi al muro debolmente combattuta delle guardie, gli altri occupate velocissimi le porte, troncano ogni difesa. Il re, come se pratichissimo della terra, dritto sprona all'albergo del tesoriero: la moneta pur trova, mandata al principe il innanzi. Allora, postosi fuor dalle mura, alle riscosse contro gli aiuti che potesser venire dal campo, inondan Seminara gli almugaveri. Il Barrotta, d'ordine chierico, soldato a' costumi, desto dal fracasso, lasciando una donna che seco avea, sorge, d

La ragazza trascinata dall'esempio cominciava a corrompersi. Malgrado la propria timidezza, Giorgi quella mattina aveva protestato vedendo la moglie disporsi ad andare colla figlia in casa dell'amante ad una gozzoviglia. Che c'entri tu! era stata la risposta. Poi lo aveva percosso coll'ombrello, lasciandolo solo sebbene gli vedesse il sangue spicciare dalla fronte.

Incominciò il rinfresco; vini fini, pasticcerie, salumi, liquori, caffè, una gozzoviglia improvvisata, ma abbondante e saporita; tutto si consumava, tutto scompariva nelle bocche spalancate come voragini, i tavoli forniti di squisiti manicaretti restavano spogli come le campagne dopo il passaggio delle cavallette.

I facili amori, le alterne vicende del giuoco, la plebea gozzoviglia lenirono in prima, poi resero ottuso affatto in lui il senso del rammarico. L'agiatezza che ricavava dallo ufficio di consultore, il credito grande che godeva in corte lo persuasero più tardi ad astenersi dalla difesa dei Cènci per la rivendicazione dei beni fidecommissarii infeudati in benefizio della Camera Apostolica.

Le ragazze che ricevevano un’educazione maschile, pigliavano parte, quasi nude, agli esercizii degli uomini. Molte si prestavano ad atti di un’estrema licenza. La gozzoviglia era dunque organizzata in Grecia, la si considerava come un male necessario.

Non si dimentichi delle tre giornate di gozzoviglia carceraria. Sono tre giornate che si segnano lungo l'anno colla matita rossa. Alcuni si preparano la pancia come se dovessero andare a un banchetto. A Natale, a Pasqua e nel giorno dello Statuto ci si serve un pranzetto che ci fa venire l'acquolina.

Peppe gli raccontò ogni cosa, tra scaltri ammicchi, e sghignazzamenti. E ora che ne faremo? domandò Castrenze. Le porterò a un altro, to'. Bravo. E così fece: e l'indomani nuova gozzoviglia nella taverna del Maffioso: e nella piazza il solito «aspetta

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