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Ecco un bel programma, Aloise; diceva il duca di Feira, cogliendo la palla al balzo, mentre sul terrazzino del primo albergo di Smirne il giovine Montalto dava gli ultimi tocchi al suo disegno di rinnovamento orientale; ed è qui la tua vocazione. Vedendo così largo e così lontano, tu non vorrai gi

39 Vien per l'Arabia ch'è detta Felice, ricca di mirra e d'odorato incenso, che per suo albergo l'unica fenice eletto s'ha di tutto il mondo immenso; fin che l'onda trovò vendicatrice gi

Da tre giorni io l'aspettava nell'unico albergo, in quella piccola stazione intermedia che niuno conosce. Lei doveva venire, passare con me una giornata e partirsene. Io l'aspettava. Per questa giornata io fremeva ed impallidiva da due mesi lavorando, ridendo, vivendo sotto l'imperio dell'idea fissa.

E se il villaggio possiede un'osteria siete certi di riconoscerla a una insegna gigantesca colla parola Albergo sovrapposta a un uscio, cui si ascende per tre o quattro gradini, dietro il quale si cela umilmente un locale umido ma pulito, tappezzato di pentole e di stagni e dove mancano infallibilmente ai fornelli il cuoco ed il fuoco.

DON IGNAZIO. Troppo suntuosa è la vostra dote, signora, la quale quanto piú dimostrate sprezzarla piú l'ingrandite; le vostre ricchezze sono inestimabil tesoro di tante peregrine virtú, le quali resiedeno in voi come in suo proprio albergo: meriti ordinari si possono con le parole lodare, ma i gradi infiniti si lodano meravigliando, e con atti di riverenza tacendo si riveriscono.

Un albergo servito da donne è tutt'altra cosa che i soliti alberghi: il viaggiatore ci si pare meno straniero, e ci riposa col cuore più queto; le donne gli danno una cert'aria di casa, che fa quasi dimenticare la solitudine in cui ci si trova.

Non puoi partire che domattina.... Avrai bisogno di riposo.... Va nella tua camera.... Dormirò anch'io in questo albergo, e ti accompagnerò domani alla stazione.... E, a proposito, hai tutto il denaro occorrente pel viaggio? La signora Federica guardò nella borsa e si accorse di non aver che poche lire.

Bombita mi faceva l’onore di alloggiare al mio medesimo albergo, o per lo meno di pranzarvi, chè forse trascorreva le notti fra le bianche braccia di qualche «aficionada», per la quale ogni buon torero inevitabilmente comincia e finisce.

« Fu allora che mi nacque un sospetto; perdonami, Fulvia; ti amavo... E presi anch'io una carrozza di piazza, e seguii quella che ti conduceva. E scesi allo stesso albergo, e presi la camera accanto alla tua; e traverso la porta ti ho vegliata sempre. Ho vedute le tue impazienze, le tue lagrime. Ho udita la tua conversazione con Giorgio, e la terribile confessione del tuo amore per Guiscardi. T'ho veduta con lui... Ho sofferto, Fulvia; ho molto sofferto. Ma partii di l

Un giorno, albergo a mano non trovando, dicea ch'era vigilia con digiuno ed altre maliziette va innestando. Tiriamo innanzi diceva a ciascuno. Il lacchè disse: Io mi vi raccomando: voi non mi siete padrone opportuno; e gambettando con gran leggiadria, con l'arme del Vesuvio fuggí via.