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Un servo diè la nuova che la colezione era pronta; e gli amici immantinente si precipitarono nell'attigua sala, sedettero intorno alla tavola, coperta di peregrine bottiglie e di squisiti manicaretti; e cominciarono l'attacco, pronti dal primo all'ultimo a far tutto l'onore possibile agli scudi del vecchio barbogio così bene spesi in anticipazione dal figliuol suo.

Incominciò il rinfresco; vini fini, pasticcerie, salumi, liquori, caffè, una gozzoviglia improvvisata, ma abbondante e saporita; tutto si consumava, tutto scompariva nelle bocche spalancate come voragini, i tavoli forniti di squisiti manicaretti restavano spogli come le campagne dopo il passaggio delle cavallette.

La Veronica m'aveva mandato per mezzo dello zio squisiti manicaretti milanesi dei quali mi sapeva ghiotto, e così si faceva ogni giorno baldoria, e si stava a mensa lungamente. Io vedeva in mio zio non solo il più prossimo parente, il benefattore ed il padre, ma bensì il mio liberatore dall'esilio di Valtellina, che mi pesava assai e non aveva più scopo.

Il conte Luca si stringeva nelle spalle. Gli scherzi del cugino Zaccaria non gli turbavano la digestione, a lui non pareva vero di poter mangiar bene tutti i sette giorni della settimana e di dare qualche capatina furtiva in cucina per assaporare prima del tempo i ghiotti manicaretti apprestati dal signor Oreste. Inoltre, poichè non de solo pane vivit homo, il nostro conte Luca aveva, in quel periodo della villeggiatura, delle insigni soddisfazioni d'amor proprio. Al caffè della Mira non c'era nessuno che gli tenesse testa agli scacchi. Perciò, sia ch'egli giocasse, sia ch'egli assistesse alle partite d'altri giocatori, egli trovava, al cospetto della scacchiera, un brio e una loquacit

Poi, poco appresso, quando furono a tavola, Loreta notò subito come il consorte fosse tutt'altro che del consueto umore: parlava poco, rannuvolato in viso, e la premurosa Vige spendeva indarno le sue abitudinarie magnificazioni a' propri manicaretti, che quella sera rimanevano proprio quasi intatti, con grandissima mortificazione al suo orgoglio di abilissima cuoca.

Una cugina in terzo grado della fanciulla, Giustina Baguzzi, voleva sapere dal conte Forcioli che cosa mangia il Re, supponendo che aristocrazia e Corte fossero farina del medesimo sacco. E il Forcioli inventava le più pazze cose, i manicaretti più inconsueti che la fantasia poteva suggerirgli e gli usi più buffi, per descrivere il pranzo regale, l'altra ascoltava a bocca aperta.

⁴⁶⁵ Melchiore, Poesie, p. 62. Egli andava ben vestito, ma si hanno forti dubbî se il sarto del suo giamberghino fosse stato pagato. Il suo appetito era pari alla sua sfrontatezza. Degl’intingoli, dei manicaretti che si passavano in giro, tutto assaggiava, tutto mangiava, tutto trovava eccellente; e come per isdebitarsi col suo generoso ospite vuotava il sacco di tutte le notizie che avea potuto udire o leggere gironzolando di qua e di l

Quando ritornò la donna colla provvista, Maria volle che s'occupasse unicamente della cucina; le premeva troppo che le casseruole e le pentole fossero pulite bene e le tavole lavate colla potassa; diede un'occhiata agli arnesi di rame per assicurarsi che fossero stagnati, perchè diceva sempre: Non c'è bisogno di fare dei manicaretti, ma quello che si mangia deve essere sano e pulito.