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Aggiornato: 10 maggio 2025
Comprese che l'aggrapparsi così ad una dichiarazione mancata sarebbe goffo, ed il suo spirito elegante preferì un rimprovero ed una grande abnegazione, all'essere un momento solo ridicola a' miei occhi. Io vidi e compresi tutto ciò, e l'amai doppiamente per quella finezza di tatto. Sovente uscendo dal teatro dopo lo spettacolo giungevo in tempo ad offrire il braccio a Fulvia prima de' miei amici.
Nulla di più goffo se ella danzava. A ginocchio, un libro alla mano, nella cappella, alla messa, era disperatamente ridicola e meschina. Un bicchiere alla mano, a tavola, ella avrebbe fatto scoppiare Arianna di gelosia. Non pertanto, ella suonava bene il piano, il quale sotto la sua mano potente scoppiettava come una frusta, scintillava, espettorava dei suoni come colpi di pistola.
Dal quale in poi moltiplicaronsi gli edifizi sacri in Italia e fuori, ed in Costantinopoli principalmente; e perché naturalmente e bene o male gli edifizi dánno occasioni di pitture e scolture, nacquene nell'arte intiera quello stile, che, per essere stato coltivato principalmente e piú a lungo a Costantinopoli, ebbe e serba nome di «bizantino». Stile rozzo, goffo, e decaduto senza dubbio; ma serbò pure un resto d'arti; ma aiutò il risorgimento poi.
La faccia aveva larga e sbalordita, gli occhi incantati e tondi, e un riso in bocca continuato ad ogni cosa sciocca. Goffo al pensare e al ragionare, e spesso non intendeva ciò che gli era detto, e richiedeva quel che aveva appresso, dicendo: Avete inteso voi quel detto?
Ardeva, nel tempo in cui l'autore si pose a scrivere il poema della Marfisa, una controversia lepidamente satirica tra gli accademici denominati «granelleschi» esistenti in Venezia, gran difensori della lingua litterale italiana e della colta poesia di vario genere, e gli scrittori che le sfiguravano e guastavano colle opere loro, d'un libero e goffo mescuglio di esteri linguaggi, di maniere e frasi grossolane, di ampollositá snaturate, di corrotti vernacoli.
Così brutto, così goffo, con quelle gambette storte e le unghie nere! esclamò Nora ridendo, saltellando, tornando tutta allegra. Certo.... non può dirsi un Adone! esclamò l'altro, soddisfatto, pavoneggiandosi nella persona alta e ancora elegante.
PSEUDONIMO. So ogni cosa tanto bene che lo potrei insegnare a voi, e occorrendo rispondere ad alcuna cosa che io non sappi, non sarò tanto goffo che non sappia risolvermi. GIACOMINO. Andiamo verso il Cerriglio, ché lo troveremo. Intanto io andrò rammentando l'istoria, i nomi e i segni delle persone.
PARDO. Io credo che si se cercasse per tutto il mondo fra vecchi canuti il piú balordo, stordito, goffo e scimunito, che sarebbe da me di gran lunga avanzato di balordaggine e di sciocchezza, perché m'accorgo che sono stato beffato, aggirato da quel furfante di Trinca e da mio figlio.
Io aspetto che l'arciprete ripeta ciò in mia presenza, e che egli indichi dove, quando, in quale circostanza, in presenza di chi avrei io eruttato simili parole. Ah! signor commissario, mi credete dunque sì goffo, sì idiota, che avendo codeste idee e sì poderosi secreti, io me ne issi a prendere per confidente il più abbietto dei miei nemici? Voi siete scaltro in effetto.
Il bello è sempre bello. Vedi bellissima novitá di sentenza! Anche i cavoli sono sempre cavoli. Ma e per questo sará goffo chi m'insegna in qual terra, sotto qual clima crescono piú rigogliosi, e come seminarli, come coltivarli, come renderli piú saporiti? Ma ditele insieme ch'ella stia zitta, perché quelle meditazioni non sono né cappellini né merletti né sciarpe.
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