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Aggiornato: 6 giugno 2025
72 un giovinetto che col dolce canto, concorde al suon de la cornuta cetra, d'intenerire un cor si dava vanto, ancor che fosse più duro che pietra. Felice lui, se contentar di tanto onor sapeasi, e scudo, arco e faretra aver in odio, e scimitarra e lancia, che lo fecer morir giovine in Francia!
Il giovinetto proseguì, accompagnandosi cogli accordi del suo liuto:
Bene! gridò il maggiore, stringendo il giovinetto nelle sue braccia. Tu sei davvero sangue del mio sangue. Ah! questo bel legionario è vostro figlio? Me ne rallegro con voi, maggiore Salvani.
Si offendeva il giovinetto Manzoni nel vedere che in Italia molto più che Cristo si adorasse il suo Vicario; egli presentiva gi
D'altra parte, perchè sarebbe andato ad accrescere la schiera dei curiosi? Si sarebbe ella avveduta? avrebbe ella osservato un ragazzo come lui? Il vero amore, in un giovinetto inesperto, riesce così impacciato ne' suoi modi, che spesso d
CLEMENZIA. Fa' come tu vuoi, ch'io mi vo' partire; ch'io perderei il tempo a lavar carboni. Ma... FABRIZIO giovinetto e FRULLA oste. FABRIZIO. Mentre che questi due miei servidori si riposano, io andarò a vedere la terra. Come si levan, digli che venghino verso piazza.
Il tuo bel giovinetto Aldo partìa Per la terra dei mali un dì d'aprile, Mentre di rose rubiconde e bianche Fiorìa tutto il giardin: e ancor fiorisce Maggio che lui gi
A tai parole, come a un invito, accorse allora il Tedici: sicchè il Vergiolesi era stretto ora da un nuovo nemico. Mentre Orlandetto lo difendeva dal Fortebracci, questi fu sopra al giovinetto con un furor disperato, il qual nondimeno riusciva a schermirsi. Non però il Tedici; perchè la sua spada scivolò al primo scontro sullo scudo del Vergiolesi; il quale opponendo la destrezza alla forza, sapea ben volteggiarsi per ischivare quel colpo. E difatti mentre il Tedici, per ferirlo, di nuovo gli s’era avvicinato di troppo, il Vergiolesi, alto della persona e sovra un più alto destriero, mirando dritto al suo braccio, con mazza ferrata gli menò sopra un tal colpo, che gli fece cader di mano la spada, e dare un crollo giù da quel fianco. Poteva subito il Vergiolesi prender su di lui piena vittoria; quando con gran stupore nel cavaliere che gli stava presso, dalla ciarpa de’ suoi colori s’accorge pur troppo d’aver a lato il fratello! Obliato allora se stesso e il nemico, volge il cavallo per disporsi a difender lui solo. Ma il Fortebracci vedutosi privo del soccorso del Tedici, non aveva più pensato che a coglier la più facil vittoria. Mirando a colpire l’inesperto Orlandetto, giuntogli il destro, gl’infisse la spada sotto il mento, cui la gorgiera che allacciavagli l’elmo, fece strada sicura a trapassargli la gola. Lo scudiero, benchè offeso dalla caduta, era tornato in sella e presso di loro. Ma ahimè! In quell’istante dovè mirare cadersi rovescio il figlio del suo signore, e un rio di sangue sgorgargli dalla mortale ferita! Fu solo in tempo per sorreggerne il corpo e afferrargli il cavallo. Poi più d’appresso con gran cura abbracciatolo potè con altri portarlo semivivo in citt
Era la sera del 29 aprile del '49, e il maggiore occupava coi suoi legionari la porta di San Pancrazio, quando gli venne annunziata la presenza di un giovinetto, il quale chiedeva di lui. Rigo Salvani stava in quel punto scrivendo; però, fatto entrare il visitatore, gli chiese, senza alzar gli occhi dal foglio, chi fosse e che cosa volesse.
Salapolli ne rimase così mortificato che non disse nulla a Bruno. Il giovinetto non faceva più parola, e da anni, di Nicoletta. Nei suoi occhi la visione della fanciulla che cantava, diritta e sottile sullo sfondo del bosco, la poesia dei balsami arcani, era andata lentamente scolorandosi e poi era scomparsa.
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