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Aggiornato: 15 maggio 2025
Lasciando anche da parte quegli studi necessariamente sommarii che si trovano nelle storie generali, come quella fondamentale del Gibbon sulla decadenza dell’impero romano, o quella recentissima del Villari sulle invasioni barbariche, noi abbiamo numerosi saggi illustrativi di qualche punto speciale delle imprese e del pensiero di Giuliano, ed abbiamo anche brillanti articoli, come quello famoso dello Strauss, che prendeva occasione dalla storia del combattuto apostata per comporre un trasparente tessuto di allusioni al romanticismo medioevale del re Federico Guglielmo.
Veramente io non ho letto la storia di Gengis-kan, la quale pure fu raccolta circa tre quarti di secolo dopo la morte di lui, ma l'avessi pur letta io porrei mediocrissima fede alle quarantamila, o cinquantamila teste gittate nei fondamenti di Samarcanda come pietra angolare a costituirla capitale; che ferocissimo ei fosse non si contrasta, ma sagace altresì era molto, tanto che il Gibbon ebbe a trovare non poca corrispondenza tra il codice composto dal Locke per la Carolina, e quello di Gengis-kan! Ad ogni modo io credo, che cotesto si abbia, se successe, intendere per simbolo, che molti voleri, come molti interessi devano concorrere a stabilire le nuove capitali, e che questi interessi devano recidersi del tutto da interessi antichi. Napoleone Imperatore giudicava la Italia poco acconcia a comporre un corpo solo a cagione della sua lunghezza, e questo suo concetto prima e dopo lui parteciparono parecchi; tuttavia discorrendo dei luoghi adattati per instituire la capitale del nobile stato così argomenta: «Vari i pareri degli uomini intorno la migliore giacitura della capitale d'Italia, che taluno accenna a Venezia imperciocchè supremo bisogno della Italia paja levarsi a potentato marittimo. Venezia, essi dicono, sta riparata dai subitanei assalti, e favellando a mo' di mercante, deposito dei commerci della Germania orientale e punto più prossimo di Genova a Milano e a Torino; al mare si accosta per tratti lunghissimi di sponde: altri poi vengono dalla storia, e dalle tradizioni antiche condotti a Roma; Roma, affermano, sopra tutto mediana, destra alle tre grandi isole Sicilia, Sardegna, e Corsica, destra a Napoli; per ogni parte a un dipresso equidistante da cui la voglia offendere, o lo inimico si presenti dal lato di Francia, o dalla Svizzera, ovvero dall'Austria, che dove si accosta più dist
Franc. Script., tom. V, pag. 516. Gio. Villani, lib. 7, cap. 38. Raynald, 1278, §. 24. Annali genovesi, in Muratori R. I. S., tom. VI, pag. 551. Diploma di Carlo I, dato di Trapani a 2 settembre decimaquarta, Ind. , tra' Mss. della Bibl. com. di Palermo, Q. q. G. 2, fog. 60. Gibbon, Decline and fall of the Roman Empire, cap. 62, e i contemporanei citati da esso.
Più che la speranza di ritrovare nei miracoli del dottor Gibbon la grazia della vista, lo menava lontano il pensiero di mettere tra lui e Flora un lungo intermezzo di silenzio, un impedimento materiale, uno spazio insuperabile, nel quale egli potesse svincolarsi e spogliarsi del nuovo fascino che la vicinanza di lei esercitava sul suo spirito stanco e bisognoso.
Ac, propter hoc, alias felix adversae fortunæ malignitatem espertus est» Eghinar. in vita Kar. m. Corre fama che questo Eginardo sposasse Emma figliuola di Carlomagno e ne vanno attorno drammi e romanzi; a ragione non ci crede il Gibbon perchè «un marito avrebbe avuto animo troppo coraggioso a compire così esattamente i doveri di storico!»
Nessuno se ne accorse, nessuno ne seppe nulla; ma quando l’Abate n’ebbe conoscenza, ordinò che nessun forestiere quind’innanzi vi mettesse più piede¹⁴⁸. In dubiis pro anima. ¹⁴⁸ Bartels, Briefe, v. II, p. 658. Gibbon lasciò scritto: «Un solo convento dei Benedettini rese alla scienza forse maggiori servizî che le due universit
Nondimeno il provvedimento contenuto in questo diploma è di staggir le castella e i beni feudali de' fratelli Simone e Guidone da Monteforte; ch'era un gastigo non molto spiacevole al re, il quale per lo momento incamerava que' beni. Muratori, Ann. d'Italia 1271 a 1274, e i contemporanei ivi allegati, che sarebbe superfluo citare altrimenti. Gibbon, cap. 62. Raynald, Ann. ecc. 1271 e 1275.
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