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Aggiornato: 13 maggio 2025
Oltre gli umori tra nobili, e borghesi una mala peste ingombrava le campagne, ed erano le famiglie di contadini collegate fra loro a modo di tribù; anch'esse assumevano nome di guelfe e ghibelline, ma agevolmente lo mutavano; in questo solo ferme, saccheggiare più, che potessero: non importa dirne il nome, basta la infamia; e di queste ai preti resse il cuore valersi per rendere subietti cui in loro fidò; nè ai tempi nostri i Prelati romani diversi; solo tu vogli ricordare le centurie di Gregorio XVI, e i masnadieri benedetti di Pio IX.
Il fatto sta che per il gran desiderio che se n'aveva testé, e non avendone allora niun vero, se ne fingevano degli immaginari. Inferocirono subito i francesi in Benevento, nel Regno occupato senza contrasto. Quindi, fin d'allora, a sollevarsi contr'essi l'opinione universale, le speranze ghibelline.
Genova, stanca di sua tumultuosa libertá, s'era sottoposta ad un governo simile a quello dell'emula Venezia, a un doge . Cittá guelfe e ghibelline del paro, a vicenda e quasi a gara, precipitavano nel governo d'uno, doge, duca, signore o tiranno.
Del resto, Rodolfo fu forse il migliore che s'avesse mai. E tutta questa germanica politica di casa d'Austria, ei la fondò e tramandò cosí bene, che rimase piú o meno quella di tutti i discendenti di lui, imperadori o non imperadori, per due secoli, fino a Massimiliano e Carlo V. Cosí questi non l'avesser lasciata, per tornare a quella delle due case ghibelline di Franconia e di Svevia!
La prima era difensiva, conservatrice de' diritti acquistati, e conservolli; la seconda era offensiva, ed offese, ma senza pro, senza acquisto ulteriore. Non fu altro che odio, parte guelfa, lega guelfa, contra odio e parte e leghe ghibelline, che pur sorsero qua e lá.
Morí Amedeo V in Avignone, dov'era andato a promuovere una nuova crociata presso ad uno di que' papi infingardi . Seguendo separati i due rami di Savoia e di Piemonte o Acaia, questi, che non aveano ad attendere al di lá dell'Alpi, attesero tanto piú al Piemonte, e vi s'ingrandirono tra' nuovi marchesi di Monferrato, e gli antichi di Saluzzo, e gli Angioini, e le cittá guelfe e ghibelline, e i tirannucci e i condottieri; mentre i cugini di Savoia li aiutavano all'occasione.
Gli rispondevano dando fiato alle trombe, e volgendo il tergo alla battaglia: incredibile tradimento, se le storie del tempo, guelfe e ghibelline, nol riferissero. I Baroni napolitani, nella medesima maniera dei Pollacchi nell'antica costituzione, montavano a cavallo nei pericoli del Regno, e, come essi, formavano la principale, o la più numerosa parte degli eserciti: chi ha letto la storia di Polonia, si maraviglia della somiglianza tra i Pospoliti e le masnade dei Baroni napolitani; medesimo il lusso, medesima la instabilit
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