Vietnam or Thailand ? Vote for the TOP Country of the Week !
Aggiornato: 11 giugno 2025
Frattanto la buona Maddalena metteva in assetto le camere destinate al suo Gervasio, e a Silvio, che amava tanto senza averlo veduto mai altro che in fotografia, e raccoglieva con materna sollecitudine tutte quelle cose che potevano tornare gradite ad entrambi, per la memoria del passato e le tradizioni di famiglia.
Gervasio cercava d’istruire questo giovane amico, ma gli trovava la testa dura, e si doleva col maestro di quella tarda intelligenza.....
Gervasio, secondando il gusto dominante del padre si era dato con passione all’agricoltura e al giardinaggio. Coltivava dei bei fiori, ne faceva dei mazzi magnifici, e li presentava a sua madre nei giorni delle feste natalizie ed onomastiche. Piantava degli alberi nelle occasioni solenni, come modesti monumenti della vita domestica.
Al primo indizio di guerra Gervasio aveva fatto i bauli, e rinunziato alla cattedra, per ritornare in patria.
Tutti andavano a gara per divertire l’ospite gradito, e intanto si divertivano con lui. Ai primi di novembre egli partì, e Gervasio condusse a Treviso suo figlio per cominciare gli studi liceali, gli raccomandò di studiare, e di tenere una buona condotta, e ritornò alla villa.
Gervasio volle trovarsi presente anche a questo momento storico memorabile, e partì per Venezia con suo figlio, per fargli vedere per la prima volta la incantevole citt
Gervasio rimasto fra gli ultimi sulla breccia fu ferito alla mano destra e Stefano ebbe una gamba traforata da una palla; e passarono gli ultimi tempi dell’assedio all’ambulanza. Finito l’ultimo pane nero, e l’ultima carica di cannone, Venezia dovette cedere senza esser vinta. Al momento della capitolazione i due fratelli erano ancora convalescenti.
Nelle ore di scuola Gervasio restava solo, e allora egli andava a passeggiare ai giardini, o visitava gli stabilimenti d’orticoltura, pensando alle terre di famiglia, che un giorno sperava di coltivare a suo modo, e faceva progetti di riduzioni, semine e piantagioni, per quando sarebbe tornato a casa sua. E questo felice avvenimento non poteva tardare.
Fu nella casetta del nonno in Brianza che Gervasio conobbe personalmente il cugino Alessandro, figlio di Aristide fratello del colonnello, che era morto da qualche anno in Piemonte, ufficiale nell’esercito. Alessandro aveva seguita la carriera del padre e dello zio, ed aveva fatte le sue prime armi alla battaglia di Solferino, col grado di tenente.
L’olivo odoroso che imbalsamava l’aria era cresciuto rigoglioso. Quel parco era proprio un libro scritto da una potenza superiore, ed era sublime per chi sapeva leggerlo come Gervasio, il quale si proponeva di rispettarlo come stava, in onoranza delle tradizioni domestiche.
Parola Del Giorno
Altri Alla Ricerca