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Aggiornato: 8 giugno 2025
Buona sera, disse colla sua voce appannata, di una dolcezza penetrante. Tutti le vennero incontro; si capiva che avrebbero voluto parlare, ma la sapevano troppo intelligente per arrischiare una parola inutile. Ella stese a De Nittis la mano gelata. È più freddo stasera.
Una mattina che i due giovani erano usciti a fare una lunga passeggiata sulla neve gelata della strada maestra, incontrarono un gruppo di contadine con dei panieri di ova e pollame, che andavano a vendere a Santhi
Ebbene? ebbene? soggiuns'egli allora, andando a cercare sotto alle coperture la mano gialla e gelata dalla marchesa, e stringendola fra le sue. Il nostro male è dunque cresciuto? La vecchia fissava i suoi occhietti semi-spenti sulla faccia rubizza, prosperosa e con gravit
«Ti parlo qui, mortal, dall'altra riva, Dalla riva ove il vero è senza velo. Mi appar chiara la terra e aperto il cielo, Benchè giaccia quaggiù di luce priva. «Son qui da sola, in questo avel, gelata Ultima stanza ove s'attende Iddio, Verr
E non avvenne per disordine di cibo. Tutt’altro. Ma per aver riscaldata, con la brace, la camera in cui si trovava, dalla quale imprudenza gli vennero capogiri, svenimenti e nausea. La digressione è assai graziosa, con la descrizione dell’inverno gallico e della Senna gelata e della vigorosa barbarie degli abitanti.
Ella rispondeva talvolta al mio sguardo senza civetteria, con una limpida meraviglia. Quando non guardavo lei, guardavo col cuore oppresso il solenne deserto e le rovine spettrali della Campagna. Mi si affacciava, mi tornava sempre, malgrado me stesso, l'idea della morte di miss Yves, di una lunga vita deserta e gelata. Corsi al cimitero dei protestanti.
Irta le chiome, pallida, gelata Palpitando riman tra viva e morta; Sovra aureo letto di sudor bagnata Stuol di vergini serve indi la porta; Ma per lei da martir tanto agitata Il feroce Ottoman si disconforta E si contrista sì, che non ha posa Ne le gran fiamme sue l'alma amorosa.
Diceva loro, in quella lettera, ch'egli era contento, che la memoria di Damiano e di Stella l'accompagnava sempre in que' paesi luterani, quando, dì e notte, sotto un cielo color di fango, faceva sentinella lungo una riva gelata, alla vista delle nevose lande della Russia.
Un'altra corrente pure gelata taglia purtroppo la strada a Pagiolin. Ma, furbo, sente che è meno alta della prima e su, su, Pagiolin la scavalca con disinvoltura per ripiombare due minuti dopo nella quiete solenne dell'atmosfera. In realt
Dalla stanza, quella dell'altare, usciva una luce calda attraversata da ombre fuggevoli. Sul letto degli uomini felici non nevica mai... disse uno dei tre. Dopo cinque minuti gli amici si divisero. Don Procolo si rintanò nella sua stanzaccia gelata vicino al solaio della chiesa.
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