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Lavoravo come un ciuco; tutto il giorno alla fonte a lavare, che mi si raggranchivano le gambe pel gelo; tutta la notte ad agucchiare, dormendo appena tanto da non morire; ma ci voleva altro.

Assistere gli operai che perforano una montagna coperta di ghiaccio. Una via spedita per mandarmi al creatore. Fuori gelo serrato e dentro l'Africa tenebrosa. Io ci duro da un anno. Tu, tu! E novanta lire il mese. Colla tavola e l'alloggio in casa mia. Dovevo pagare un altro assistente che assistesse te e ti insegnasse il mestiere! Un fumo umido e spesso.... Uomini ignudi e sudati!

Le sue parole «forgive me! Be kind to memi avevano messo in cuore un gelo di spavento. Alle prime righe avevo esultato, e poi letto rapidamente, divorato ogni frase amara con avidit

«Ora sta sistemando le cose sue, vuol pagare i suoi debiti, ordinare le carte di suo padre, preparare un testamento. A sentirlo parlare con tanta freddezza ti fa gelo al cuore. Vi son parole di conforto per questi mali? io non ne so trovare. «Anche mia zia, la marchesa di Villamare, è cieca da dieci anni: ma ce n'est pas la même chose.

Ai lidi i cigni muovono, dove in profondi spechi donne misteriose da gran tempo prigioni vivono, inconsce d'ogni diletto de l'amore. Come Leda Tindaride a 'l dio Giove soppose così le occulte najadi, ch'entro l'adamantino gelo de l'acque il Sole non mai baciò scorse, offriranno il lor vergine seno. Ed un'alma prole nascer

Quali fioretti dal notturno gelo chinati e chiusi, poi che ’l sol li ’mbianca, si drizzan tutti aperti in loro stelo, tal mi fec’ io di mia virtude stanca, e tanto buono ardire al cor mi corse, ch’i’ cominciai come persona franca: «Oh pietosa colei che mi soccorse! e te cortese ch’ubidisti tosto a le vere parole che ti porse!

Per questo credi far grandi cose sol perchè calpesti il fango dell'amaro abisso e scorri sull'aspro vento settentrionale e per il mio servigio entro le vene della Terra ti chiudi allor che il gelo la stringe tutta. Non è ver, signore!

dicere udi’mi: «Guarda come passi: va , che tu non calchi con le piante le teste de’ fratei miseri lassi». Per ch’io mi volsi, e vidimi davante e sotto i piedi un lago che per gelo avea di vetro e non d’acqua sembiante. Non fece al corso suo grosso velo di verno la Danoia in Osterlicchi, Tanaï l

imagini quel carro a cu’ il seno basta del nostro cielo e notte e giorno, ch’al volger del temo non vien meno; imagini la bocca di quel corno che si comincia in punta de lo stelo a cui la prima rota va dintorno, aver fatto di due segni in cielo, qual fece la figliuola di Minoi allora che sentì di morte il gelo;

Scesero. Le Gave de Pau traversava con impetuose onde la dura vallata. Si udiva il rumor del fiume cantare fino al cielo, gonfiarsi, perdersi nell’inverno scintillante. La bianca erba si accendeva di arcobaleni sotto il gelo della brina. I sentieri lungo il fiume, di l