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«Spene», diss’ io, «è uno attender certo de la gloria futura, il qual produce grazia divina e precedente merto. Da molte stelle mi vien questa luce; ma quei la distillò nel mio cor pria che fu sommo cantor del sommo duce. ‘Sperino in te’, ne la sua tëodia dice, ‘color che sanno il nome tuo’: e chi nol sa, s’elli ha la fede mia?

<<Spene>>, diss'io, <<e` uno attender certo de la gloria futura, il qual produce grazia divina e precedente merto. Da molte stelle mi vien questa luce; ma quei la distillo` nel mio cor pria che fu sommo cantor del sommo duce. 'Sperino in te', ne la sua teodia dice, 'color che sanno il nome tuo': e chi nol sa, s'elli ha la fede mia?

tutto suo amor la` giu` pose a drittura: per che, di grazia in grazia, Dio li aperse l'occhio a la nostra redenzion futura; ond'ei credette in quella, e non sofferse da indi il puzzo piu` del paganesmo; e riprendiene le genti perverse. Quelle tre donne li fur per battesmo che tu vedesti da la destra rota, dinanzi al battezzar piu` d'un millesmo.

Ma oggi, solcato il terreno per ogni dove di elementi nostri e sceso il fremito dell'Italia futura al core delle moltitudini, ogni cospirazione che non tenda all'azione diretta, immediata, è delitto. L'Italia è matura: bisogna fare. S'è decretato che vittime siano; muojano almeno all'aperto, nella gioja della lotta e coll'armi in pugno.

La divina bontá, la quale ab aeterno, come presente ogni cosa futura previde, suole, da sua propra benignitá mossa, qualora la natura, sua generale ministra, è per producere alcuno inusitato effetto infra' mortali, di quello con alcuna dimostrazione o in segno o in sogno o in altra maniera farci avveduti, accioché dalla predimostrazione argomento prendiamo ogni conoscenza consistere nel Signore della natura producente ogni cosa; la quale predimostrazione, se ben si riguarda, ne fece nella venuta del poeta, del quale tanto di sopra è parlato, nel mondo.

Così, finalmente, si gettano i semi della grandezza futura d'un popolo. Giustissimo! gridò il giovine Montalto, persuaso da quella argomentazione del duca di Feira. Ed io vedrò volentieri di tentar qualche cosa in questo povero Oriente. Scegli bene il tuo campo; riprese il duca. Si era cominciato così, con Marco Polo; ma poi, povera gente, abbiamo smarrita la strada. Sei dunque risoluto?

Cosi` la neve al sol si disigilla; cosi` al vento ne le foglie levi si perdea la sentenza di Sibilla. O somma luce che tanto ti levi da' concetti mortali, a la mia mente ripresta un poco di quel che parevi, e fa la lingua mia tanto possente, ch'una favilla sol de la tua gloria possa lasciare a la futura gente;

E 'l duca disse a me: <<Piu` non si desta di qua dal suon de l'angelica tromba, quando verra` la nimica podesta: ciascun rivedera` la trista tomba, ripigliera` sua carne e sua figura, udira` quel ch'in etterno rimbomba>>. Si` trapassammo per sozza mistura de l'ombre e de la pioggia, a passi lenti, toccando un poco la vita futura;

La tenga per la sua futura sposa.... La mia futura? esclama il pellicciaio col volto atteggiato a stupore per la frase malaccorta. Non ci arrivo più, signor conte.... E con un sospiro che ha del rammarico, finisce: Sono ammogliato da quattro anni....

Piú non han dote per le figlie i padri; o le maritan con lacci ed inganni, o fan nuziali inventati leggiadri. Hanno in dote la mensa per tre anni gli sposi, che procreano de' ladri, perché, saldato il conto, vanno al sole gli sposi, i figli e la futura prole.