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Passarono due o tre strade, tenendosi l'un dietro l'altro rasente alle muraglie, per ischermirsi alla meglio dalla pioggia fitta e sottile; Damiano innanzi e Bernardone alle sue spalle, chè non voleva l'amico gli uscisse di mano allo scantonar della via. Attraversato un piazzaletto deserto, l'ardito scolare entrò in una di quelle anguste e fumose botteguccie, ritrovo degli oziosi di vent'anni, dove, in onta all'insegna cubitale di CAFFÈ, si fa spaccio di tabacchi e di liquori, e si pongono innanzi a qualche mal capitato certe torbide aranciate e limonee, che Dio ne scampi. Ingombrava la bottega una gran nube di fumo, attraverso il quale potevansi a stento discernere sette od otto persone sdrajate qua e l

Poi venne col viatico il parroco di Santa Maria l'Antigoa, sotto la cui giurisdizione ecclesiastica era la casa di Gil García. Tra le preghiere degli astanti genuflessi, a cui rispondeva con ferma voce l'Almirante, levato sui guanciali il capo e le spalle, gli occhi scintillanti di viva luce, e giunte le scarne mani sul petto, la cerimonia fu commovente; cerimonia paurosa per istrazio interiore a quanti ancor pieni di vita sono costretti a pensare una volta l'orribil momento che dovranno lasciarla; cerimonia solenne d'insegnamenti a chi vede in essa la chiusa del dramma oscuro dell'esistenza, il punto fatale che tutte le ambizioni soddisfatte vanno in dileguo sulla medesima china delle speranze deluse, e piacere e dolore, e bene e male delle nostre passioni, nobili o ree, ma tutte egualmente fumose, si estinguono nell'eterno silenzio, mentre un arcano conforto di promesse celesti entra nell'anima per quelle medesime labbra che si torceranno nello spasimo della morte terrena. Dio, il consolatore invisibile, è l

La foia affocava quell'antro e il rimorso ne scrollava le mura... Era una taverna indiana, dal soffitto bassissimo, fatto a spegnitoio, che d'ora in ora calava, schiacciando le lampade fumose dell'Anima mia!... Con la speranza di trovare ancora la Notte, mia vecchia ruffiana, la Notte cieca e sorda, dalle dita mollicce di lievito infernale, infransi i vetri delle finestre...

Io lo conobbi; fu magro e piccolo, e dava nell'etico: metafisico, più che poeta; ma poeta ancora d'infinito valore. Volgiti, e mira le fumose ruote Della rovente fiamma predatrice; Ascolta il pianto, che nel ciel percuote. Oh quanto fu gran dolore il caso, che incolse al misero falegname ed alla sua famiglia!

Rammento i portici paurosi, una cappella sempre parata a lutto, e, sotto gli archi, fra i neri drappi, io so di certe strisce candidissime, fumose, che mi apparivano innanzi gli occhi... le dita come di una larva... La madonna perduta! gemette Oldrado, e si fece segno di croce.