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Aggiornato: 11 giugno 2025
Io credo più al foglio che a te, perchè il foglio dice la verit
Madama Guglielmi, vedendo il riso sardonico dell'iniquo amico, si sentì côlta da brivido febbrile: s'avvide di esser perduta ed indegnamente tradita; ella avea firmato il foglio senza pur leggerlo; riandò nella mente colla maggior celerit
Ristampato a Milano, 1819, dall'editore del Conciliatore, Vincenzo Ferrario, in opuscolo; e riprodotto poi anche dal Cusani. Ristampato dal Cusani. XX. Sopra un manoscritto inedito degli autori del foglio periodico «Il caffé». Nel numero 91 del Conciliatore, 15 luglio 1819. Ristampato dal Cusani . Ristampato dal Cusani. Ristampato in parte dal Cusani.
A voi! gli disse il direttore quando ebbe finito di scrivere, piegando il foglio, mettendolo in una busta. Dal momento che invece di fare una quistione di cuore, voi non fate che una quistione misera d'interesse, tutto resta definito in piena regola.
Il signore, colpito da quella voce, tracciò rapidamente sul margine superiore del foglio alcune lineette ondeggiate, e volgendosi al medico col sorriso più sereno: «Grazie del buon suggerimento, gli disse! ora che il lavoro è compiuto, posso mettermi a letto col cuore tranquillo. Da dieci mesi non ho mai gustato il bisogno del sonno come in questo momento».
E cavando dal seno un foglio, lo copriva di caldi baci. In questo mentre un uomo uscendo dal più folto degli alberi si ferma a pochi passi da Erminia e la sorprende nell'atto che animata dall'entusiasmo d'un nobile sentimento ribaciava affettuosamente quei versi. Allora Flavio ch'era lui non sa più contenersi, risospinto da una forza incognita ma potente si precipita ai piedi della fanciulla.
Piegò il foglio in due, per il lungo, e scrisse sul fianco, sillabando le parole che veniva tracciando lentamente: I sotto-scritti sposi hanno pre-stato il loro mutuo con-senso dinanzi a me cu-rato, ed ai sotto-scritti testi-monî.... Il marito firmò primo, poi la moglie, poi Perez, da ultimo Bertini. Ed ora non occorre altro, disse Don Pietro, spargendo di sabbia rossa la fresca scrittura.
Il cancelliere, uomo piccolo e ranicchiato, al quale l'antica abitudine degli inchini aveva notevolmente arcuata la spina dorsale, si era seduto sopra una sedia di paglia; e postisi gli occhiali inseparabili sul naso, stava provando le sue penne sopra un foglio di carta.
Gli dette un largo foglio di carta bianca, una penna d'oca e chinandosi su lui, ripetette: Scrivi. Ma mentre si chinava, ella non seppe schivarsi ed egli la baciò fuggevolmente. Nè quelle labbra potettero frenare un sorriso. Scrivi, scrivi disse la bella voce, un po' velata.
33 Portòci alla sua tana il mostro cieco, cavata in lito al mar dentr'uno scoglio. Di marmo così bianco è quello speco, come esser soglia ancor non scritto foglio. Quivi abitava una matrona seco, di dolor piena in vista e di cordoglio; ed avea in compagnia donne e donzelle d'ogni et
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