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<<Costoro e Persio e io e altri assai>>, rispuose il duca mio, <<siam con quel Greco che le Muse lattar piu` ch'altri mai, nel primo cinghio del carcere cieco: spesse fiate ragioniam del monte che sempre ha le nutrice nostre seco. Euripide v'e` nosco e Antifonte, Simonide, Agatone e altri piue Greci che gia` di lauro ornar la fronte.

Ond’ elli a me: «Perché tu mi dischiomi, ti dirò ch’io sia, mosterrolti, se mille fiate in sul capo mi tomi». Io avea gi

e tre fiate intorno di Beatrice si volse con un canto tanto divo, che la mia fantasia nol mi ridice. Pero` salta la penna e non lo scrivo: che' l'imagine nostra a cotai pieghe, non che 'l parlare, e` troppo color vivo. <<O santa suora mia che si` ne prieghe divota, per lo tuo ardente affetto da quella bella spera mi disleghe>>.

I' vi son stata còlta dell'altre fiate su queste promesse; e si vuol dire che chi viene dal morto sa che cosa è piangere. El bello è che poi se ne vanno avantando come se gli fosse un grande onore. Alla , che i gatti ci averanno aperti gli occhi, a questo tratto. Ma será forsi meglio ch'io volti giú per questa strada qui che mi par piú corta assai.

Poca mia possa, ma tua possa è molta; Per balze, per fiumane or tremo, or cado, Ma, qual ch'io sia, tu le mie grida ascolta. Spesse fiate in malagevol guado Mi porgesti la mano, e uscii dell'onde; M'alzi tua dolce man di grado in grado Da questi rischi alle celesti sponde! Astitit Regina a dextris tuis.

Per più fïate li occhi ci sospinse quella lettura, e scolorocci il viso; ma solo un punto fu quel che ci vinse. Quando leggemmo il disïato riso esser basciato da cotanto amante, questi, che mai da me non fia diviso, la bocca mi basciò tutto tremante. Galeotto fu ’l libro e chi lo scrisse: quel giorno più non vi leggemmo avante».

E sai che molte fiate me ne ha parlato quel suo servitore di questa cosa, cioè de l'onor mio, con promissione de volermi sposare se io gli fo qualche piacere. Ma, alla fede, ch'io voglio che prima mi sposi; ch'io ne ho cotta la bocca e me delibero che non me ci coglia piú persona, s'io posso.

Per più fïate li occhi ci sospinse quella lettura, e scolorocci il viso; ma solo un punto fu quel che ci vinse. Quando leggemmo il disïato riso esser basciato da cotanto amante, questi, che mai da me non fia diviso, la bocca mi basciò tutto tremante. Galeotto fu ’l libro e chi lo scrisse: quel giorno più non vi leggemmo avante».

e non l’abbatta esto Carlo novello coi Guelfi suoi, ma tema de li artigli ch’a più alto leon trasser lo vello. Molte fïate gi

e non l'abbatta esto Carlo novello coi Guelfi suoi, ma tema de li artigli ch'a piu` alto leon trasser lo vello. Molte fiate gia` pianser li figli per la colpa del padre, e non si creda che Dio trasmuti l'arme per suoi gigli!