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Aggiornato: 24 giugno 2025


"Leggete, leggete, ve ne prego, fatemi la grazia di andare fino in fondo: fo un debito per far stampare tutto questo, per così diminuirvi la fatica nel leggere, perchè amo che lo leggiate voi e quei pochi che vi somigliano."

Dodon rispose: Arcivescovo mio, del secol questo frate ha detto il vero; ma fatemi un piacer, se amate Dio: i vostri frati radunate e il clero, ché un giorno voglio lor predicar io, e facilmente di provarvi spero che il maggior mal, che nel mio secol sia, deriva dalla vostra sacristia.

Eccellenza, credevo le fosse venuto male e stavo in gran pena, gli disse il cameriere. No, sto benissimo, e non mi sono mai sentito tanto bene da molto tempo. Fatemi apparecchiare il pranzo nel salotto. Il cameriere andò a trasmettere gli ordini, e il principe, salito nel salotto, spalancò la finestra per respirare liberamente, per lasciare che i polmoni si allargassero come il cuore.

Fatemi parlare col principale, e lo capacito io. Eccellenza, gli dico, il Bello non ci ha colpa; sono io, io, il furfante, che dimando le duemila lire. Non mi ero legato per mille, per cento; mi dia quello che mi occorre, e la servo da buon compare. Sono un galantuomo: il Bello potr

Or voi dell'ascoltar fatemi degno, v'incresca raccor quanto ragiono, Securi a pien che io mi conduco e vegno De lo scampo di Rodi a farvi dono. Ch'ei dovesse parlar fecero segno Ambo quei grandi: ed ei soggiunse: io sono In fra ciascun, che de la grazia altiero Sen vada d'Ottoman, forse il primiero.

«Intorno a che anno vi siete trovato a Milano?» «Nell'ottant'uno, quando....» «Quando il Bernabò fu preso....» «A tradimento.» «Zitto....» «Capisco che voi parlate per paura che qualcheduno ci possa udire, ma state pur certo che nessuno ci ascolta. Fatemi dunque piacere a confessare che quello fu un tradimento, e dei negri se ve n'ha

«Che cosa significa tutto questogli chiese la moglie; «chi sono quegli armati partiti testè e perchè faceste fortificare il castello? voglio saperlo. Evvia, ho ben altro da pensarerispose Montoni; «fareste meglio ad obbedirmi. Fatemi la cessione de' vostri beni senza tanti contrasti. Giammai! Ma quali sono i vostri progetti? Temete un attacco? sarò uccisa in un assedio?

Allora quasi fosse soffocata dalle vesti, se le strappò dal petto, e prorompendo in un pianto secco... in un singulto, in uno schianto senza lacrime, cadde prostrata in ginocchio mormorando: Dio! Dio mio! fatemi morire!... fatemi morire!... E così rimase tutta la notte gemendo e singhiozzando rannicchiata, colla febbre, in un cantuccio della cabina.

Non fatemi dunque brutto viso se vi ripeto quel mio «non me ne sono accorto»; che è quanto dire che, tra le otto o dieci donne da me udite parlare, il caso non me n'ha fatta capitare una che desse indizio di such a great deal di criterio. Sta a vedere diss'io tra me stesso che mylord si butta nelle sofisticherie! E lo pregai che mi citasse dove, come ed in che avesse scorto mancanza di criterio.

Entrano vari MARINARI. Su, cuori miei: presto, presto, cuori miei! Forza! forza! Serrate il bompresso. Attenti al fischio del Padrone! Soffia finchè tu non ne possa più, vento mio: finchè abbiamo spazio! Entrano ALONZO, FERDINANDO, ANTONIO, SEBASTIANO, GONZALO. Bravo mastro: mi raccomando di stare attento. Dove è il Padrone? Siate uomini! Fatemi la grazia di starvene giù, per ora!

Parola Del Giorno

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