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Aggiornato: 22 giugno 2025


Se altrove è maledetta L'alma che striscia come serpe abbietta, L'alma che sorda a' grandi esempli aviti, Incurante di senno e di decoro, Serva si fa a coloro Che a sedurre e predar vengon suoi liti; Quanto più reo non fora Chi, aperti gli occhi sotto Itala aurora, A patria di magnanimi cotanta Non sacrasse altamente opra e desìo! Il popol siam di Dio; Stampiam nostr'orme nella via più santa!

solo a me la tua risposta è uopo; ché tutti questi n’hanno maggior sete che d’acqua fredda Indo o Etïopo. Dinne com’ è che fai di te parete al sol, pur come tu non fossi ancora di morte intrato dentro da la rete». mi parlava un d’essi; e io mi fora gi

Il progresso infrange l'edifizio granitico inalzato dall'oscurantismo e sorretto dalla violenza: il progresso debella ogni ostacolo, apparisca pur formidabile. Quando si fora il Moncenisio e si taglia l'istmo di Suez, potr

Se così fosse, in voi fora distrutto libero arbitrio, e non fora giustizia per ben letizia, e per male aver lutto. Lo cielo i vostri movimenti inizia; non dico tutti, ma, posto ch’i’ ’l dica, lume v’è dato a bene e a malizia, e libero voler; che, se fatica ne le prime battaglie col ciel dura, poi vince tutto, se ben si notrica.

Ma del campo infedel, ch'a tua possanza Jer si sottrasse, oggi che fia? per terra Correr farai de l'empio stuol ch'avanza L'odiato sangue, e fornirai la guerra? Ed AMEDEO: fora di Marte usanza; Ma di Dio messaggier la via ci serra, vuol ch'usciamo a più pugnar sul piano, Spegner

E io: <<Maestro mio, or qui m'aspetta, si ch'io esca d'un dubbio per costui; poi mi farai, quantunque vorrai, fretta>>. Lo duca stette, e io dissi a colui che bestemmiava duramente ancora: <<Qual se' tu che cosi` rampogni altrui?>>. <<Or tu chi se' che vai per l'Antenora, percotendo>>, rispuose, <<altrui le gote, si` che, se fossi vivo, troppo fora?>>.

Lasciane andar per li tuoi sette regni; grazie riportero` di te a lei, se d'esser mentovato la` giu` degni>>. <<Marzia piacque tanto a li occhi miei mentre ch'i' fu' di la`>>, diss'elli allora, <<che quante grazie volse da me, fei. Or che di la` dal mal fiume dimora, piu` muover non mi puo`, per quella legge che fatta fu quando me n'usci' fora.

D. Di ragionar di lei sazio stanco esser non poss'io mai; poi vizio fora non sodisfare a giusti disiri. Or porgi orecchie al chiaro nascimento.

LIMERNO. Anzi tu vivi allora sol per mangiare, e questa è vita bestiale. MERLINO. Va' al diavolo! Vivi tu forse senza mangiare? LIMERNO. Ben mangio, ma sol per vivere. MERLINO. Ed io vivo per mangiare. LIMERNO. Grandissima differenzia è cotesta. MERLINO. Anzi è una istessa cosa, ma non la comprendi. LIMERNO. Ben io la conosco, ché assai ti fôra meglio mangiare per vivere che vivere per mangiare.

E io: «Maestro mio, or qui m’aspetta, ch’io esca d’un dubbio per costui; poi mi farai, quantunque vorrai, fretta». Lo duca stette, e io dissi a colui che bestemmiava duramente ancora: «Qual se’ tu che così rampogni altrui?». «Or tu chi se’ che vai per l’Antenora, percotendo», rispuose, «altrui le gote, che, se fossi vivo, troppo fora?».

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