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29 Non così strettamente edera preme pianta ove intorno abbarbicata s'abbia, come si stringon li dui amanti insieme, cogliendo de lo spirto in su le labbia suave fior, qual non produce seme indo o sabeo ne l'odorata sabbia. Del gran piacer ch'avean, lor dicer tocca; che spesso avean più d'una lingua in bocca.

Ne' solo a me la tua risposta e` uopo; che' tutti questi n'hanno maggior sete che d'acqua fredda Indo o Etiopo. Dinne com'e` che fai di te parete al sol, pur come tu non fossi ancora di morte intrato dentro da la rete>>. Si` mi parlava un d'essi; e io mi fora gia` manifesto, s'io non fossi atteso ad altra novita` ch'apparve allora;

Giosafat Barbaro e Ambrogio Contarini narrano nei loro viaggi, che fino dai più remoti tempi le merci dell'Indie e quelle dell'interno dell'Asia navigavano pel fiume Indo fino all'antica Battriana, donde trasportate per terra con cammelli in sette giorni, nell'Icaro che sbocca nell'Oxo, si versavano nel mar Caspio, attraversando i ricchissimi mercati di Samarcanda e Buccara.

Ne' solo a me la tua risposta e` uopo; che' tutti questi n'hanno maggior sete che d'acqua fredda Indo o Etiopo. Dinne com'e` che fai di te parete al sol, pur come tu non fossi ancora di morte intrato dentro da la rete>>. Si` mi parlava un d'essi; e io mi fora gia` manifesto, s'io non fossi atteso ad altra novita` ch'apparve allora;

Confina il paese posseduto dal re di Persia da levante con l'India, ch'è tra il fiume Gange e Indo; da ponente col fiume Tigri, che divide la Persia della Mesopotamia, ora detta Diarbech, il qual fiume correndo sino alli confini di Babilonia, entra nell'Eufrate, ed uno istesso alveo corrono tutti due per Bassora, e sboccano nel mar Persico verso il mezzodì; da tramontana col mar Caspio e colla Tartaria del gran Khan del Catai.

solo a me la tua risposta è uopo; ché tutti questi n’hanno maggior sete che d’acqua fredda Indo o Etïopo. Dinne com’ è che fai di te parete al sol, pur come tu non fossi ancora di morte intrato dentro da la rete». mi parlava un d’essi; e io mi fora gi

solo a me la tua risposta è uopo; ché tutti questi n’hanno maggior sete che d’acqua fredda Indo o Etïopo. Dinne com’ è che fai di te parete al sol, pur come tu non fossi ancora di morte intrato dentro da la rete». mi parlava un d’essi; e io mi fora gi

Non altramente da cordoglio è vinto Indo bifolco, ove ripone il piede Ne l'ampie stalle de l'armento estinto, Ch'a l'aer fosco del leon fur prede: Vede sbranati i fieri tori, e tinto De le squarciate membra il terren vede: E sparsa vede al vento ogni sua speme, E tra' singulti inconsolabil geme. A tal sembianza in rimirar s'attrista Oronte, e grida: ah miserabil sorte!

12 Marfisa cominciò con grata voce: Eccelso, invitto e glorioso Augusto, che dal mar Indo alla Tirinzia foce, dal bianco Scita all'Etiope adusto riverir fai la tua candida croce, di te regna il più saggio o 'l più giusto; tua fama, ch'alcun termine non serra, qui tratto m'ha fin da l'estrema terra.