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Aggiornato: 26 giugno 2025
Il quale con gli altri della sua etá, che nella casa erano, puerilmente si diede a trastullare. Era tra gli altri una figliuola del detto Folco, chiamata Bice, la quale di tempo non passava l'anno ottavo, leggiadretta assai e ne' suoi costumi piacevole e gentilesca, bella nel viso, e nelle sue parole con piú gravezza che la sua piccola etá non richiedea.
La quinta cosa, che dissi era da vedere, è perché piú nel mezzo della nostra vita che in altra etá questo avvenisse. Intorno alla qual cosa è da sapere questo vocabol «mezzo» potersi prendere in due modi. L'un modo è quello che nella esposizione litterale dicemmo, cioè puntale; il quale mezzo è dirittamente quel punto che igualmente è distante a due estremitá.
PELAMATTI. Di che etá è questo maestro Rampino? PANURGO. Non l'ho mirato in bocca. Ma m'accorgo che tu hai poca voglia di darmele. PELAMATTI. Perché n'hai soverchia di riceverle. PANURGO. Come se dicessi ch'io ti volessi rubar queste vesti. PELAMATTI. Come tu lo dicessi e io me lo vedessi. PANURGO. Altri che tu m'arebbe credito di mille scudi.
E giá ad etá piú piena d'anni venuti, veggendo gli onori, la pompa, la potenza e la grandigia de' re, de' signori, de' gran cittadini, di quegli s'accendono, e quinci invidiosi, superbi, crudeli e ambiziosi divengono.
Fra le grida disperate de' figliuoli e de' padri, esclama uno di questi: Benedetti coloro che muoiono per la patria; e continuan gli argani, finché i tedeschi di sotto alla torre temono esservi schiacciati, e la ritraggono. Eran morti nove, feriti due, salvi pochi di quelle vittime. Questi son sangui che a nostra etá parrebbon dover sollevar milioni; ma non è vero, né per allora né per adesso.
Uscito adunque in cotal maniera Dante di quella cittá, della quale egli non solamente era cittadino, ma n'erano li suoi maggiori stati reedificatori, e lasciatavi la sua donna, insieme con l'altra famiglia, male per picciola etá alla fuga disposta; di lei sicuro, percioché di consanguinitá la sapeva ad alcuno de' prencipi della parte avversa congiunta, di se medesimo or qua or lá incerto, andava vagando per Toscana.
Giovane od anzi adolescente, dissoluto e scellerato, Benedetto non fu sofferto da' romani, che gli contraposero per poco un Silvestro III, poi Gregorio VI, un pio e sant'uomo; dal quale fin d'allora trovasi innalzato nella curia romana quell'Ildebrando, che dominò non essa sola, ma tutta la sua etá quasi sempre d'allora in poi.
Che se la nostra etá fosse sí ornata di scrittor degni come fu l'antica, non si ricorderebbe piú, in esempio dei piú famosi e illustri semidei, Augusti, Arsacidi o Iustiniani: ché la fama maggior di Carlo quinto, come fa 'l sol con le minori stelle, offuscherebbe i loro accesi lumi.
Però non devrebbono maravigliarsi le genti quando odono che noi poverelle facciamo qualche scappata, perché ne sono cagione i nostri padri. SULPIZIA. Certo che questi vecchi quanto vanno piú innanzi di etá tanto manco vedono di cervello: il troppo vivere gli fa rimbambire e non san quel che facciano.
Egli giace in Ravenna, molto piú per etá veneranda di te; e comeché la sua vecchiezza alquanto la renda deforme, ella fu nella sua giovanezza troppo piú florida che tu non se'. Ella è quasi un generale sepolcro di santissimi corpi, né niuna parte in essa si calca, dove su per reverendissime ceneri non si vada.
Parola Del Giorno
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