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Aggiornato: 20 giugno 2025


Lui cor suo volere, Seppe convince' l'ignoranza artrui. E come ce 'rivò? Cór suo pensiere! Ecchela si com'è... Dunque, percui Risémo sempre ... Famme er piacere: Lui perché la scoprì? Perché era lui. Si invece fosse stato un forestiere Che ce scopriva? Li mortacci sui! Quello invece t'inventa l'incredibile: Che si poi quello avesse avuto appoggi, Ma quello avrebbe fatto l'impossibile.

Dar cichettaro, , sott'ar lampione, Prima se sciroppassimo er cichetto, E dopo, annamo dritti p'er Biscione, Piazza San Carlo, traversamo Ghetto... Sotto er Moro sentimo le campane De San Francesco batte' er matutino. Pioviccicava. Nun passava un cane. Paremio 'na patuja de sordati. Arfine, ar vicoletto der Rampino, Nino se ferma È qui? Semo 'rivati.

Dice: Regazzi! pronti, su le scene. Com'entramo, li fischi se spregorno. Ah, dico fra de me, comincia bene! Basta, dopo li fischi, er sor Fusaja, Tutto quanto vestito de velluto, Dice: Ma dunque è ver? Tutto è perduto? Pur troppo, sire, è persa la battaja! E su la reggia fiocca la mitraja. Je fece un antro. E lui: Sangue de Pruto! Dice, la guerra è persa?

E mentre stamio tutti davanti A la casetta, drento ner tinello Er vignarolo in mezzo a quer fraggello Stava a cant

Me manna Nino, Che siccome sta male, lui nun . Dice: Va bene; quello è er camerino, Drento ce so' li panni. Questo? No, Quell'antro appresso. Sopra a un tavolino C'era 'na monturaccia co' 'n giaccò, Me l'infilo, me stringo er cinturino, Dico: Dove ho d'ann

Ma scusi le domanne, Fece lei, lei che vo'? Tre navicelli. E ognuno, putacaso, quanto granne? Eh, fece lui, sur genere de quelli Che porteno er marsala a Ripa granne. Va bene, fece lei, vi sia concesso. Capischi si com'è? Je venne bene, Che je li fece da' quer giorno stesso. E lui, sortito appena da Palazzo, Prese l'òmini, sciòrse le catene, E agnede in arto mare com'un razzo.

«Er regno de preti è finito»! Non è la maniera «de» metter la gente in mala vista dei forestieri! Non è vero.... il giuramento.... si resta senza pane.... È finito! Ci rivedremo! Giù le code! Non è vero! Andate! Andate, che il diavolo vi porti! E chiusa in furia la porta mi gettai sul seggiolone esclamando: Pace! Pace, O esacerbati spiriti fraterni! Ah, buon Dio!

Fatto er carico, sopra a 'gni barcone Ce fu messa la legna e fu ridotto Come quelli che porteno er carbone: In modo ch'uno nun capisse gnente. Poi dopo s'accucciassimo de sotto E venissimo in giù co' la corrente. Avanti a tutti, drento a 'na gozzetta, Come stassero a guard

'Na vorta 'no scurtore de cartello, Dopo fatto un Mosè ch'era un portento, Je disse: «Parla!» e co' lo scarpello Scorticò sur ginocchio er monumento. Io pure mo ch'ho fatto st'asinello Provo quasi l'istesso sentimento; Ma invece d'acciaccallo cór martello Lo licenzio co' sto ragionamento: Fratello!

Ad ascoltarli er’ io del tutto fisso, quando ’l maestro mi disse: «Or pur mira, che per poco che teco non mi risso!». Quand’ io ’l senti’ a me parlar con ira, volsimi verso lui con tal vergogna, ch’ancor per la memoria mi si gira. Qual è colui che suo dannaggio sogna, che sognando desidera sognare, che quel ch’è, come non fosse, agogna,

Parola Del Giorno

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