Vietnam or Thailand ? Vote for the TOP Country of the Week !

Aggiornato: 6 giugno 2025


Francesco II, Francischiello, aveva data l'amnistia: gli emigrati napoletani, a cui l'esilio era duplice dolore, ritornavano in patria, incerti, dubbiosi della parola malfida di questo Borbone, ma vinti da una irresistibile nostalgia.

I parenti erano quasi tutti o morti o emigrati. Restava nella casa un vecchio infermo, zi’ Mingo, che aveva sposato in seconde nozze la figlia di Sblendore e viveva con lei quasi in miseria. Il vecchio da prima non riconobbe Anna. Egli stava seduto su un’alta sedia ecclesiastica di cui la stoffa rossastra pendeva a brandelli: le sue mani posavano su i braccioli, contorte ed enormi per la mostruosit

Se la nazione scoteva il capo al nome di Luigi il Grosso e di San Luigi e degli altri illustri antenati, che il re pronunziava volentieri, molti personaggi della Real Casa, però, non avevano mai sentito far parola del maresciallo Ney, e anche i più notevoli degli emigrati, come Richelieu, stavano perplessi, ignoranti fino al ridicolo dell'anima nuova di questa giovine Francia, che non avevano più calcata in venticinque anni di prodigiosi trasmutamenti.

Garibaldi avuto partecipazione del Comando affidatogli, spedì il seguente ordine del giorno: Al comando della Sezione degli Emigrati. «Il Ministro della Guerra, col dispaccio del 27 corrente affidò a me il comando della prima brigata nella cui forza è pure compresa la vostra Sezione.

«Ci seguono diciasette altri Italiani, la maggior parte emigrati: abbiamo una guida calabrese. Ricordatevi di noi, e credete che se potremo metter piede in Italia, di tutto cuore ed intima convinzione saremo fermi nel sostenere quei principî che, riconosciuti soli atti a trasformare in gloriosa libert

¹ Vedere su questi personaggi due altri racconti dell'autore, o piuttosto due altri episodi di questo racconto, intitolati: Le notti degli Emigrati a Londra. Il Sorbetto della Regina. Don Gabriele avrebbe potuto bellamente fare a meno di rappresentare le sue farse con i pupi nelle piazze di Napoli e nel teatro di donna Peppa. E' provò. Il primo giorno gli parve esser felice.

In questi ultimi tre giorni sono arrivati tremila e ottocento emigrati, in gran parte nostri connazionali.

I coloni vengono allettati alla compera con ogni mezzo. Se i compratori non accorrono si cambia nome alla colonia in vendita; una colonia che sotto il nome spagnuolo non trovava acquirenti venne chiamata Nuova Torino, e si popolò di emigrati piemontesi, contenti di trovare almeno nel nome un dolce ricordo della Patria abbandonata.

Furono italiani i primi professori che incamminarono la scuola argentina sulla via delle moderne discipline, trasformando in ateneo ciò che non era al più che un seminario. Ai principî del secolo passato l'emigrazione italiana non era composta che di esuli politici, ossia in gran parte di uomini intelligenti. Per molti anni la parola «emigrato» da noi non significava che «perseguitato» per l'amor di patria. Ne arrivarono laggiù di questi emigrati, ad ogni rivoluzione repressa e ad ogni congiura scoperta, come ne arrivarono a Londra: ossia dove la distanza o la libert

Ma in quel tempo la capitale francese rigurgitava di emigrati d’ogni parte d’Europa; le varie rivoluzioni del quarant’otto vi avevano gettato i loro naufraghi, che cercavano un rifugio.

Parola Del Giorno

sottraesti

Altri Alla Ricerca