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A tutte le elezioni della monarchia di luglio andava a segno la confessione, che Guizot fece una volta a proposito di una lotta elettorale: non si contende pei principii, ma per un caos di candidati che il governo appoggia o combatte. «La nostra intenzione è di rovesciare quanti più governi è possibile», riconobbe uno dei capi dell'opposizione.

E infatti da quindici giorni la ripeteva di continuo a stesso per dirla in ogni occasione. La principessa lo ascoltava a testa bassa, come se riprovasse quelle massime. Dunque che cosa vuoi? gli domandò parlando sempre con voce nasale e a denti stretti, come chi ha la consuetudine di servirsi della lingua inglese. Voglio che tu mi accompagni stasera all'adunanza elettorale.

E il 27 dello stesso mese: «Se chi proferì primo in questa Italia sconvolta la parola di dieta italiana avesse detto ASSEMBLEA NAZIONALE COSTITUENTE ITALIANA, la questione che affatica in oggi per vie diverse le menti, sarebbe stata posta sulla vera e unica via che può condurre a scioglimento pacifico, legale, solenne, il nodo de' nostri futuri destini. Volete tutti che un'Italia sia? Dica l'Italia come vuol essere e sotto quali forme la vita nazionale che Dio le comanda deve emergere rappresentata a tutti i suoi figli e ai popoli dell'Europa.... Sorga e s'accolga in Roma non una dieta, ma l'ASSEMBLEA NAZIONALE COSTITUENTE ITALIANA, eletta, non per divisioni di Stati esistenti, ma con eguaglianza di circoscrizioni, e con una sola legge elettorale, dall'universit

Dopo la vittoria elettorale i possidenti presero animo per abbattere le bande di operai che minacciavano la tranquillit

Trovare un bel nome, che faccia effetto, da mettere alla testa del Comitato. Trovare un argomento, una ragione forte, incalzante per aver l'appoggio e anche i denari dal governo.... una grande campagna elettorale per esempio, fatta nel nome della "Navigazione Cisalpina" e con tutto l'esercito degli interessati....

Quando le camere, passato il movimento della lotta elettorale, si sono costituite e i partiti hanno misurato le proprie forze, sopravviene un compromesso tacito tra le due classi possidenti che sostengono la monarchia: il governo ottiene la maggioranza a patto che soddisfi nello stesso tempo gl'interessi di classe e dell'alta borghesia e della nobilt

Quel nome di osteria faceva ribrezzo anche a don Pio e non poteva pronunziarlo. E dove? domandò la principessa, alzando in volto al marito due occhi piccoli e fieri. Da Muzio Scevola. E che luogo è? Una locanda, dove mi danno una cena elettorale. Non ci vengo.

Un furbo che si fa portare sulle spalle da quattrocento minchioni ecco il sistema elettorale. Per arte aristocratica si intende forse arte cretina? Dai sessant'anni agli ottanta diverrò forse imbecille e venerando. A quei tempi la musica usciva stampata assai peggio, ma era buona musica. Quante vecchie frasi occorrono per fare un nuovo programma elettorale?

Il suo pensiero, infatti, ricorrendo a Clementina, tornava altresì alle lettere che aveva aspettato e che non aveva ricevuto. Che cosa importava di lui alla bella marchesa di Rocca Vignale? Lontano dagli occhi, lontano dal cuore; il proverbio aveva proprio ragione. Inoltre, Clementina avrebbe potuto avvicinarsi anche lei, in quella occasione, al teatro della lotta elettorale, poichè possedeva per l'appunto un castello nelle Langhe, dov'egli avrebbe anche potuto dare una scappata, senza allontanarsi troppo dal suo collegio. Ma la signora marchesa, mentendo al suo casato, amava assai poco la campagna. Il suo castello era una bicocca, diceva lei: senza nessuna comodit

Giunto al caffè Aragno, Fabio cercò subito con l'occhio i conoscenti con i quali soleva passare la serata, per narrar loro la cena elettorale da "Muzio Scevola". Scorse in mezzo ad essi Caruso, che con il solito aspetto di satiro sonnecchiante, parlava senza scomporsi e facevasi ascoltare.