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Aggiornato: 12 giugno 2025
ALL'ONOREVOLE PRESIDENTE |del collegio elettorale di Monticelli D'ongina| Il suffragio, per me inopinato, del quale hanno voluto onorarmi gli elettori di codesto collegio, meritava da parte mia una piú pronta espressione della gratitudine, che ne sento vivissima. Ma la notizia di esso mi pervenne tardi in questo ritiro campestre, e, dirò il vero, non creduta quasi sulle prime.
Ma il capriccio del caso parve venuto in suo soccorso. Il suo incontro con Mattia fu ritardato da speciali circostanze: il professore era stato trattenuto all'ufficio comunale di Tricesimo per certi urgenti ed improvvisi interessi d'indole elettorale ed aveva lasciato detto che sarebbe rientrato più tardi, anzi che non l'attendessero nemmeno.
In tal guisa favorito dalla fortuna, il nostro Ariberti potè credere, per un giorno almeno, che tutto fosse oro di coppella a questo mondo, poichè nessuno, durante il periodo elettorale, gli aveva dato del venduto, o del ladro.
Chiamato a far parte del Collegio elettorale dei dotti, fu designato come candidato al Senato, e nominato senatore il 19 febbraio 1809. Si trasferí quindi a Milano, donde solamente nel 1815 tornò, con una modesta pensione, in patria, dove si diede con fortuna all'esercizio dell'avvocatura e divenne presto il principe del foro marchigiano.
Fallito anche questo tentativo, si tentò di nuovo, auspici, con Saffi alla testa, i maggiori uomini del vecchio partito d'azione, e una riunione fu tenuta nel maggio 1885 in Bologna per la ricostituzione della Lega della democrazia; e vi fu deciso, il 14 maggio, di organizzare la democrazia radicale in partito, con schema di statuto proposto da Socci; e fu istituito un comitato permanente per l'organizzazione del lavoro elettorale.
Perciò la lotta politica non è altro che la lotta di gente che vuole degli impieghi per diritto di nascita contro gente che non se li vuol lasciar sfuggire, in nome dello stesso diritto. È una «lotta per la vita»: e trattandosi della vita si capisce che ci si... ammazzi, qualche volta. «La vera lotta elettorale è oggi, come sempre, circoscritta alle rivalit
Bisogna cominciare gli studi, i lavori per la "Cisalpina" molto prima che la lotta elettorale abbia preso il campo, e bisogna mirare dove l'avversario è più forte. Il marchese Tolomei è il grande elettore del Bonforti e del Ghirlanda?... Ebbene, per disorientare, sgominare l'inimico, è alla merlata rocca tolomea, che bisogna tirare il primo colpo!
Nel precedente capitolo si disse a che cosa è servita sinora e serve la nuova legge elettorale: è sicuro, che si avr
I modesti guadagni che faceva non bastavano ad appagare le sue abitudini costose e così cercò di mischiarsi in qualche affare, fece acquistare dei terreni, ma ancora non era pago e cercava, cercava sempre il mezzo di far fortuna, quando credè di averlo trovato la sera della cena elettorale di don Pio. Capì che nel principe l'ingegno era molto inferiore all'ambizione, e che le forze non gli sarebbero bastate per farsi eleggere e poi per sostenere da solo il mandato, e sognò di rendersi indispensabile a lui, di essere la sua mente, l'anima di quell'uomo, che parevagli soltanto un fantoccio animato dalla vanit
Con questa straordinaria organizzazione, elettorale viene a mancare completamente il controllo del popolo nel complesso organismo governativo. Una macchina senza regolatore. Appurate così le origini della disorganizzazione, vedremo prossimamente fino dove ne arrivano le ineluttabili e disastrose conseguenze.
Parola Del Giorno
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