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Quando parve quietarsi, quando rimase immobile, distesa, supina attraverso il letto, il Casalbara, dopo averla guardata a lungo, inquieto, incerto, le si avvicinò: Perdonami, Eleonora. Posso giurarlo sul mio onore: non ho voluto illuderti, ingannarti; io stesso mi ero ingannato, mi ero illuso. Perdonami, sono colpevole verso di te, per la mia spensieratezza!

Poi, tornando a passeggiare, entrò dal Ferrario a ordinare dei fiori per la sua Eleonora; dal Testa a comandare una sporta di roba e di bottiglie. Si sentiva appetito, ma era ancora troppo presto.

Egli scrisse altre poesie sull'andare del Cacciatore feroce e della Eleonora; ma queste due sono le piú famose. lo credo di doverle chiamare «romanzi»; e se il vocabolo spiacerá ai dotti d'Italia, non farò per questo a scappellotti colle Signorie Loro.

Per Dio! mormorò Pietro Laner, sbuffando, battendo i piedi furioso. A noi due! Adesso a noi due, signorina Eleonora! Nora non si fece aspettare: piombò in camera rossa, furente. Cosa c'è? Cosa vuoi? Cos'è successo? domandò colla voce bassa, rotta dalla collera. Pietro Laner le afferrò un braccio e se la tirò vicino, addosso, per fissarla bene in faccia. Chi sono quei due? Chi sono quei due?

|Sul «Cacciatore feroce» e sulla «Eleonora» di Goffredo Augusto Bürger| |Lettera semiseria di Grisostomo al suo figliuolo| Figliuolo carissimo, M'ha fatto maraviglia davvero che tu, convittore di un collegio, ti dessi a cercarmi con desiderio cosí vivo una traduzione italiana di due componimenti poetici del Bürger. Che posso io negare al figliuolo mio?

Il grido partiva dal cuore, e Ignazio Cipicchia aveva ragione: per quanto varia, l'erudizione di donna Eleonora diventava assolutamente asfissiante. In una bella giornata di maggio, la signora Eleonora vedova Barbetti, piena di mellifluit

Adesso non è il momento di parlare della signorina Eleonora! La signorina Eleonora non c'entra affatto nel consiglio che io sono venuto a domandarvi! Io sono stato provocato dal padre. La mia quistione l'ho col padre. Che patre! borbottò il Kloss con un'alzata di spalle. Collo zio! Che zio! Ebbene con.... quello che è! Con Matteo Cantasirena.

Matteo Cantasirena cominciò a parlare: anche parlando sommessamente, la voce era morbida, insinuante, penetrante. Sua Eccellenza il ministro dei Lavori pubblici, ha promesso di fare in settembre una Visita a Primarole. Io spero che la mia Eleonora e il mio caro Giovanni saranno in quell'epoca a Casalbara per riceverlo.

La Gioconda rispondeva che Taddeo non si era visto: il Direttore pestava i piedi, sbatteva gli usci, e tornava a domandare di Eleonora e tornava a predicare sulla condotta impossibile di quella ragazza senza testa e senza cuore. E sempre ripeteva con forza: "senza cuore per nessuno!"

Ma Eleonora aveva detto di amarlo! L'incanto era stato irresistibile! E ormai.... ormai era sua moglie, sua per sempre, e ormai egli aveva bisogno di quella donna così bionda, così bella! Aveva bisogno di quel tepore fragrante, di quelle braccia, fra le quali finiva per addormentarsi, esausto e deliziato. Del resto essa era buona e gli voleva bene e poi era troppo altera e orgogliosa.