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Aggiornato: 16 giugno 2025


Ma un fiero dubbio gli attraversa tuttavia la mente. Forse Canna, seguendo le regole degli eremiti, avrá destinata la fanciulla ad una perpetua verginitá. Interrogate le ancelle, e udito da esse come Canna abbia data intenzione di voler maritare Sacontala ad uno sposo pari a lei, Dushmanta si ritira in disparte ed esclama: Esulta, esulta, o cuor mio! Ogni dubbio è rimosso.

Casyapa è ritirato ne' segreti alberghi della sua reggia. Mátali entra per annunziargli la venuta di Dushmanta; e questi intanto siede all'ombra d'un albero, aspettando. La felicitá per me è finita; non mi rimane che la miseria.

Anusuya quindi gli palesa che Sacontala non è figliuola di Canna, bensí di Causica, principe della famiglia di Cusa, sovrano e, ad un tempo stesso, uno de' savi dell'India; che la madre di lei fu una ninfa; e che la povera Sacontala, rimasta orfana e sola, fu raccolta da Canna, che la educò e le tenne luogo di padre. Queste novelle rallegrano il cuore a Dushmanta.

I bramini gli annunziano che quella è Sacontala, la sposa legittima di lui. Stupisce il re: gli pare strano che gli si parli di nozze. Che favola è questa mai? È levato il velo a Sacontala. Dushmanta la rimira, confessa che è bella; ma non la riconosce. Per quanto io mediti, non mi ricordo d'avere sposata costei. io darò luogo mai nella mia reggia a donna che porti in seno la prole altrui.

Dushmanta non si ricorda piú di Sacontala. Riposandosi alcun poco dalle cure dell'impero, ode una canzone che parla di affezioni dimenticate. L'armonia di quel canto è mesta. Egli diventa mesto; ma non ne sa indovinare la cagione. E perché dunque mi viene sull'anima tanta malinconia in udire un semplice canto che rammenta i lontani, se davvero non so d'essere diviso da oggetto alcuno dell'amor mio? L'aspetto della bellezza, le melodie soavi inducono talvolta a malinconia gli uomini per altro felici. Chi sa? Forse è una malinconia che proviene in essi da qualche languida memoria di gioie passate; forse è l'ultima traccia di alleanze contratte in una esistenza anteriore. Siede pensoso ed afflitto. I bramini, inviati a lui da Canna colla sposa, cercano udienza: sono intromessi. Durante la cerimonia del ricevimento Sacontala, [p.161] velata il volto, trema incerta dell'esito. Che donna è quella? La belt

Sacontala, Dushmanta, Canna, ecc. ecc., sono persone che nulla hanno in di straordinario. Non vengono innalzate al disopra del comune se non quel tanto che basta per sollevarle all'ideale poetico.

|Dushmanta|. Ti ho trattata crudelmente, o cara. Ma l'amore piú caldo è sottentrato alla crudeltá mia. Sovvengati di me; e mi perdona. |Sacontala|. Sarò interamente felice quando cesserá l'ira del re. |Dushmanta|. Una nube, una malia mi aveva oscurata la memoria. La caritá de' celesti finalmente mi ti riconduce innanzi, o amabilissima fra le creature.

Le donne, facendosi piú vicine al re, stupiscono nel trovar tratti sul volto di lui somiglianti in estremo a que' del fanciullo, e nel veder che questi, altero cogli altri, con Dushmanta è tutto mansuetudine.

Io qui fra' dubbi miei mi consumo del desiderio di sapere di qual famiglia ella nasca; e tu intanto, fortunata ape, ti vai godendo un piacere che per me sarebbe la suprema delle venture. Sacontala si volge alle compagne perché la soccorrano a liberarsi dall'ape. Noi nol possiamo rispondono. Dushmanta solo può liberarti. Egli solo è il protettore di questo santuario.

Visibile sotto queste otto forme, benedica e sostenga noi tutti Issa, il dio della natura. La belva si ripara nel bosco sacro. O re, o eroi, le armi vostre sono destinate a salvare gli oppressi, non a sterminar gl'innocenti. Dushmanta cede tosto al consiglio dell'eremita, e ripone nella faretra la saetta.

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