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Aggiornato: 10 giugno 2025
Ti conosco o non ti conosco? No no, non mi conoscete. La prima volta. E tu?... Dove mi hai veduta? Quando mi hai veduta? Mai. E, senza avermi mai veduta, vieni a farmi una visita? Ulrico Nargutta mi ha condotto. Ah, ecco: ti ha condotto lui! Non t'eri accorto che dormivo? Me n'ero accorto. È tanto dolce dormire! Mi duole d'avervi disturbata. Avete ragione. Del resto, la colpa non è tutta mia.
LIMOFORO. Poiché non potiamo entrare nell'altrui case senza licenza del Regente, andiamo, informiamolo del fatto, ché ne doni licenza d'entrare in casa sua e porgli le mani adosso. LARDONE. Andiamo a dormire. PEDANTE. Abbiam piú voglia d'uccidere che di dormire.
È fuggito ieri per andare a far il chiasso fuori, e non è più tornato nè per mangiare nè per dormire. E ricominciò a battere i dintorni in cerca del fanciullo, mentre la carrozza s'allontanava. Suor Maria s'era fatta monaca a ventisette anni nello scoraggiamento d'un disinganno d'amore, che aveva troncati dei disegni d'avvenire lungamente vagheggiati.
E Mosè, vestito di tonaca e cappa bianca insudiciata, lunga la barba, in volto accigliato, sonnolento, due enormi corna in fronte, la verga da una mano e le tavole della legge dall'altra, esce ansante e frettoloso, inchina il papa dei becchi, e dice: Ch'altri poi vengano dopo di me, Per dio! qual dubbio, signor, qui vi è? Ma s'esto è tutto ch'io debbo dire, Andate al diavolo ch'io vo a dormire.
Per solito verso le undici si decideva a coricarsi... sebbene fosse certa di non chiuder quasi occhio in tutta la notte. Sul comodino presso il letto l'attendeva la boccettina del cloralio che l'avrebbe fatta dormire, ma ogni sera ella ne versava il contenuto in una bottiglia che l'era rimasta in seguito ad una cura.
Non era forse Giuliano il suo profeta infallibile e adorato? perchè non gli crederebbe quando per l'appunto egli diceva così? Ecco, per esempio, egli le aveva detto or ora: Sii buona, e provati a dormire, hai bisogno davvero d'una dormitina. Ella non sentiva affatto il bisogno della dormitina; pure, a furia di star quieta e immobile, il sonno era venuto.
Quando la fanciulla era stanca da non potersi più reggere in piedi incominciò la convalescenza per la mamma: era tempo. Il dottore prediceva che fra pochi giorni l'inferma avrebbe potuto alzarsi, e intanto la fanciulla poteva dormire di più mentre la mamma non aveva più febbre, la ferita s'andava rimarginando e non c'era bisogno di vegliare la notte.
Quando sarò stanco, eccellenza, non avrò paura di dormire; ma in tutti i casi ho meco un libro che mi divertir
Il sole non era anche spuntato dallo scoglio di Portofino, dove i primi Genoati credevano che stesse a dormire; ma i primi colori dell'aurora dipingevano timidamente il cielo e le digradanti costiere ligustiche.
Quando penso alla creazione dei futuri musei cinematografici e rifletto che, magari fra duemil’anni, i figli lontanissimi dei nostri più remoti figli andranno a teatro la sera per veder riesumati sul telone commemorativo i calzoni a mantice dell’ex-Presidente Fallières, le cacce affricane dell’intrepido Teodoro Roosewelt, le statue che diede a Berlino il genio artistico di Guglielmo II, l’ossario dannunziano di Ida Rubinstein e la faccia minossiana del parlamentare Filippo Turati, quando penso ch’essi rivedranno due milioni di spettatori assistere al match di boxe tra il pallido Geffries ed il negro Jack Johnson, e tutta Parigi straripare nelle strade in tumulto la sera dell’arresto di Madame Steinheil, e vedranno le Terme di Caracalla divenute il Palais de Glace o le bighe del Circo Massimo tagliare il traguardo al Derby di Epsom, e vedranno Aristotile tenere una prolusione sul Tango all’Accademia di Francia e San Pietro dormire su lo strame nelle undicimila stanze del Vaticano, quasi quasi temo che i figli remotissimi dei nostri più remoti figli quella sera torneranno a casa dicendo con tutto il rispetto: «Che buffoni, poveri noi, que’ nostri venerabili antenati!...»
Parola Del Giorno
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