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Aggiornato: 10 maggio 2025
De la dignitá de' sacerdoti, e come la virtú de' sacramenti non diminuisce per le colpe di chi gli ministra o riceve. E come Dio non vuole che li secolari s'inpaccino di corrèggiarli. Questo facevano e' dolci e gloriosi ministri, de' quali Io ti dixi che volevo che vedessi l'excellenzia loro, oltre a la dignitá che Io l'avevo data avendoli facti miei cristi, sí come Io ti dixi.
Baciò e ribaciò l'Agnese, le promise che sarebbe andata a trovarla; l'assicurò che, appena guarita, l'avrebbe subito ripresa, e a edificazione degli infermieri che la confortavano vedendola afflitta in quel modo, le colmò il lettino di aranci e di dolci, e volle ancora che bevesse due dita di fernet.
30 Leon con le più dolci e più soavi parole che sa dir, con quel più amore che può mostrar, gli dice: Non ti gravi d'aprirmi la cagion del tuo dolore; che pochi mali al mondo son sì pravi, che l'uomo trar non se ne possa fuore, se la cagion si sa; né debbe privo di speranza esser mai, fin che sia vivo.
Suo cugino Lamberto Tibaldi, che la contessa Ginevra teneva presso di sè lungamente perchè Bice potesse meglio distrarsi, non l'amava meno degli altri. Chiassoso, aitante, coi capelli lievemente crespi e gli occhi dolci, quantunque di una monelleria irrefrenabile, era il compagno de' suoi giochi e lo schiavo delle sue volont
25 Di Merlin posso e di Melissa insieme dolermi, e mi dorrò d'essi in eterno, che dimostrare i frutti del mio seme mi fero dagli spirti de lo 'nferno, per pormi sol con questa falsa speme in servitù; né la cagion discerno, se non ch'erano forse invidiosi dei miei dolci, sicuri, almi riposi.
Quando rispuosi, cominciai: <<Oh lasso, quanti dolci pensier, quanto disio meno` costoro al doloroso passo!>>. Poi mi rivolsi a loro e parla' io, e cominciai: <<Francesca, i tuoi martiri a lagrimar mi fanno tristo e pio. Ma dimmi: al tempo d'i dolci sospiri, a che e come concedette Amore che conosceste i dubbiosi disiri?>>.
Andrea Ludovisi avrebbe passata l'intera sua vita come in quei dolci e fugaci giorni, dedicando tutti i suoi pensieri, i più intimi, i più reconditi, alla baronessa Costanza, soffocando la parola scottante che gli saliva incessantemente alle labbra, trattenendo il pianto che gli metteva un nodo alla gola, se ciò che egli aveva temuto da molto tempo non fosse finalmente successo.
Egli l'aveva interrotta. La Teresa sentiva ancora negli orecchi il suono di quelle dolci parole, aveva ancora davanti agli occhi l'atto cavalleresco con cui il conte Mario le accompagnava, chinandosi alquanto verso di lei e baciandole rispettosamente la mano.
Abd-el-Kerim, nel sentirla appoggiata così mollemente sulle ginocchia, nel sentire la lunga e nera capigliatura sferzargli il volto, e talvolta circondare e arrestarsi intorno al suo collo, nel respirare l'ardente alito di lei, nel guardarla, provava delle emozioni così strane, così voluttuose, così dolci, che parevagli talvolta di sognare.
Ben m’accors’ io ch’elli era d’alte lode, però ch’a me venìa «Resurgi» e «Vinci» come a colui che non intende e ode. Ïo m’innamorava tanto quinci, che ’nfino a lì non fu alcuna cosa che mi legasse con sì dolci vinci. Forse la mia parola par troppo osa, posponendo il piacer de li occhi belli, ne’ quai mirando mio disio ha posa;
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