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Sul divano si allungava una bella creatura, in veste da camera, come in sua propria casa, coricata sul dorso. I piedi un po' in aria, ed una sigaretta alla bocca contemplante con estasi i piccoli nugoli bianchi che ella inviava al cielo come baci della sua bocca rosea.

Io dormiva nella bottega, sopra un divano sconquassato e pensavo sempre a lei che se n'era fuggita. Tre mesi senza vederla! Considerate voi che siete padre!... Avete figlie?... Caspita! Figlie? Ne tengo tre... Peppenella! Peppenè!... e chiamava una ragazzetta ch'era fuori nella via a giocare Trase, viene cc

Allora Emilia corse alla finestra che guardava in giardino, e vedendo la sorella passare indi a poco, mosse le labbra per ripetere la preghiera. Ma di nuovo, il destino la trascinò: «No, è inutile; di che cosa temi? Va a Nervi; perchè inquietarla con le tue paure?» E la donna, obbedendo, cadde sul divano, e scoppiò in pianto dirotto.

Il piano era tuttavia aperto; in un angolo stava un grosso baule; sul divano giacevano un cappello bianco, una cintura rossa, un ombrellino scarlatto, gettati alla rinfusa, quasi con rabbia.

La signora lo ricevette nella sua camera da letto, in veste da mattina, sdraiata sopra un divano, dandosi l'imperio e la disinvoltura dell'indolenza. Buon giorno, dottore, disse la prima, come sta? Bene, rispose Agenore senza scomporsi, e quanto a lei, cara signora, invece di domandarglielo me ne accerterò io stesso.

In così dire gettò un'occhiata a Lidia, la quale si alzò dal divano e rimase colle mani incrociate sul grembo.... Sembrava ella pure stupita che tutto finisse con inaspettata calma: la freddezza di Pietro ci toglieva la possibilit

La tua casa è pronta? chiese, per dir qualche cosa. Non ancora! rispose Bruno. Tacquero di nuovo. Era impossibile parlar di cose comuni. Avevano bisogno ambedue di raccogliersi e di meditare. Nicla stava aggomitolata, meglio che seduta, in un angolo del divano. Bruno trovò il suo sgabelletto e lo portò ai piedi di Nicla. La donna fece un gesto istintivo, come per respingerlo.

La governante era una donna di circa cinquant'anni, alta e robusta, con occhi cilestri; portava in testa una cuffia nera orlata di bianco, e sulla veste scura un candido grembiale. Ella restò in piedi mentre Nicla sedeva sopra un divano. Volevo avere notizie, disse la fanciulla, di Brunello. Me lo imagino. Oh quanto ho udito parlare di lei, signorina!

Avete fatto bene a venire disse indicando al giovine una bassa poltroncina presso il divano, sul quale ella sedette perchè bramo prima della cerimonia nuziale, che mi legher

A una a una, in quella piccola stanza ov'era solo un divano in giro sul quale ricorrevano specchi appannati in tante cornici barocche, apparvero altre femmine seminude, sonnolenti, sbadiglianti. Una si buttò sul divano, appena entrata; un'altra, rannodando sull'occipite i lunghi capelli neri, balbettò un buon giorno svogliato.